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5 consigli a Emiliano per la sanità pugliese

BARI – Tutti i cittadini pugliesi vogliono una sanità pubblica efficiente ed efficace ma visto l’attuale scenario non esistono figure professionali o politiche che possono vantarsi di aver scoperto ricette o formule miracolose. La sanità pugliese è reduce da anni di gravosi piani di rientro. Sono stati chiusi e ridimensionati ospedali pubblici che offrivano assistenza a grandi bacini territoriali.

Turnover bloccato, lungaggini burocratiche, flessibilità inesistente, veti incrociati alle giuste attese di carriera a medici pubblici volenterosi e capaci, organici inadeguati soggetti a carichi di lavoro intensi, mortificano da anni le professionalità, ritenute anche alte dall’utenza, di tutti gli operatori sanitari.

La Puglia non ha ancora un assessore alla sanità e l’unico interlocutore è il Presidente della Regione, Michele Emiliano, al quale indirizzare in modo pacato qualche considerazione pratica e di buon senso derivante dall’esperienza diretta di chi ha alle spalle 40 anni di attività ospedaliera. “Una vita da mediano” che si è conclusa con la direzione della Cardiologia ospedaliera dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Bari. Un percorso professionale caratterizzato dal voler fornire alle persone che chiedono aiuto cure efficaci sapendo coniugare tecnologie avanzate e umanizzazione.La stima dei superiori e il riscontro positivo delle persone assistite, conferiscono, come i gradi militari ottenuti sul campo, credibilità e competenza.

Il primo consiglio è imparare un nuovo metodo di lavoro: creare una squadra che lavori per obiettivi all’interno di un tavolo condiviso tra utenti, operatori sanitari, venditori di servizi e finanziatori (politica).  E’ necessaria umiltà da parte di tutti e voglia di apprendere sempre cose nuove, senza le prevaricazioni derivanti da ruoli e cariche istituzionali. Il percorso decisionale va studiato insieme e confrontato con tutti i portatori di servizi. Spesso sono gli stessi utenti ammalati che prospettano soluzioni pratiche e di buon senso.  E’ importante la scelta degli operatori sanitari: basta con le logiche dei partiti e sindacati. Bisogna saper scegliere medici e non che abbiano vera esperienza clinica e che abbiano a cuore la cosa pubblica.

Gli ospedali potranno essere ridotti e ridimensionati, in un clima di razionalizzazione delle spese, ma solo dopo un’attenta analisi del quadro epidemiologico, cioè lo studio della prevalenza e dell’incidenza delle patologie sul territorio. La chiusura di un presidio sanitario presuppone il potenziamento dei sistemi di soccorso, lo studio della viabilità, la bonifica del territorio e la messa in campo di misure di prevenzione, lotta alla sedentarietà, all’obesità infantile, al fumo. Nel Salento e nel Gargano l’elisoccorso non può essere considerato un’eccezione dal grande risalto mediatico. La prevenzione primaria dovrà coinvolgere famiglia, scuola e comunità militari, un modello positivo per le nuove generazioni. Prevenire un infarto o un tumore significa risparmio, aumento della qualità e quantità di vita. Prevenire il rischio cardioembolico nei portatori di fibrillazione atriale, l’aritmia più frequente negli anziani, con le opportune terapie anticoagulanti, evita gli esiti devastanti di un ictus.

Il secondo consiglio è valutare in modo scientifico l’efficienza e l’efficacia di un complesso sistema sanitario. L’econometria, la scienza che valuta i risultati, propone una serie d’indicatori che potranno essere monitorizzati per offrire cure e assistenza di qualità. Nei tavoli dedicati non deve mancare la figura professionale dello statistico.

Il terzo consiglio è creare le reti regionali per patologie complesse. Come esiste la rete per l’infarto perché non creare le reti per le patologie oncologiche, metaboliche e ortopediche.  Quando un cittadino ha un violento dolore al petto, chiama il 118. Se l’operatore del soccorso, grazie alla tele cardiologia, fa diagnosi d’infarto, il paziente è subito inviato al centro cardiologico che ha l’equipe emodinamica pronta per eseguire in tempi brevi l’angioplastica. Applichiamo questo modello alle altre patologie importanti. Cadere nella rete significa garantire cure e diagnostica efficaci, riduzione dei tempi di attesa, annullare disagio alle persone.

Il quarto consiglio riguarda le misure per affrontare la cronicità. Stiamo già vivendo l’epidemia delle malattie croniche e degenerative per l’allungamento della vita media. La riduzione delle capacità motorie e cognitive degli anziani aumenta la spesa previdenziale e farmaceutica.  Una razionalizzazione della spesa farmaceutica per i pazienti cronici è importante. Utile sarebbe la creazione di un’unica farmacia regionale che acquisti i farmaci a prezzo più basso, prepari un pacchetto terapeutico mensile che possa essere spedito o consegnato direttamente al domicilio del malato. Si può ipotizzare un risparmio su questo capitolo di spesa, da 1,5 miliardi di Euro a 300 mila /anno e la creazione di nuovi posti di lavoro. La cronicità deve avvalersi di una reale integrazione ospedale territorio, della telemedicina e delle moderne piattaforme informatiche, social sanitari che mettendo in contatto ammalati, familiari, medici, enti e associazioni di volontariato, abbattono barriere geografiche e burocratiche.

Il quinto consiglio è il potenziamento degli attuali presidi di soccorso con deroga alle assunzioni. Non serve creare nuovi Pronto Soccorso in ospedali o strutture accreditate senza rianimazione e reale possibilità di ricovero in terapie intensive. Una città come Bari ha già tre ospedali con il Pronto Soccorso attivo H/24. Basterebbero il potenziamento di questi e l’invio dei codici bianchi alla medicina del territorio, specialistica e di base. I rischi sono eccessivo ricorso alla medicina difensiva e aumento della spesa.

A fronte di tutto questo al finanziatore del sistema spetta il compito del controllo minuzioso degli atti medici e la formulazione di regole uguali tra pubblico e privato.

Riccardo Guglielmi 

Pubblicato su Il Corriere Nazionale on line e sull’edizione straordinaria cartacea dell’8 settembre 2016 http://www.corrierepl.it/search-result/?q=riccardo%20guglielmi#gsc.tab=0&gsc.q=riccardo%20guglielmi&gsc.page=1

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