Come tradizione vuole theheart ha stilato la lista delle Top ten stories in cardiologia del 2008.
1. JUPITER: nuovi scenari nelle prevenzione cardiovascolare primaria
Al congresso dell’AHA vengono presentati gli esiti dello studio JUPITER che confermano i benefici della statine nella prevenzione primaria. La comunità dei cardiologi si interroga sulle implicazioni delle nuove evidenze in salute pubblica dell’uso delle statine in prevenzione primaria, in particolare per quella fascia di popolazione considerata sana secondo le definizione convenzionali.
2. Questione aperte sull’atenololo: per i pazienti ipertesi è dannosa la riduzione della frequenza o lo è la terapia?
Una revisione sistematica condotta al St Luke’s Roosevelt Hospital e presentata sul Journal American College Cardiology conclude che abbassare la frequenza cardiaca con beta-bloccanti nei pazienti ipertesi potrebbe determinare un aumento del rischio di avere un evento cardiovascolare anche mortale. Alcuni esperti commentano che la maggior parte degli studi presi in esame nella revisione sistematica riguardano la terapia con atenololo. Resta quindi da indagare se per i pazienti ipertesi è dannoso la riduzione della frequenza di per sé o piuttosto se è dannoso il trattamento con questa molecola.
3. SYNTAX: angioplastica versus cardiochirurgia
All’European Society of Cardiology Congress fa discutere lo studio SYNTAX, disegnato con l’obiettivo di dimostrare la non-inferiorità dell’angioplastica rispetto alla cardiochirurgia nei pazienti con grave coronaropatia. I dati raccolti non dimostrano una equivalenza assoluta tra i due diversi interventi. Sembra che la cardiochirugia dia qualche chance in più al paziente con malattia coronarica plurivasale. Confrontando i rischi associati si riscontra che l’angioplastica può richiedere più rivascolarizzazioni, mentre l’intervento di cardiochirurgia si associa a un alto numero di ictus. Il SYNTAX apre le porte ad un’estensione dell’angioplastica? (ESC 2008)
4. SEAS: Vyctorin nelle acque agitate di SEAS
Lo studio SEAS conclude che la terapia antilipemica di combinazione ezemide non garantisce dei benefici aggiuntivi. Ma quello che fa discutere è la sicurezza del Vyctorin: l’analisi dei dati sulla mortalità per cancro dello studio SEAS con quelli di altri due studi in fase di conduzione emerge un aumento della mortalità per cancro nei pazienti trattati con ezemide. Resta da capire se il dato è il frutto del caso, come sostengono gli autori dello studio SEAS, oppure vi è una correlazione. L’editoriale che accompagna la pubblicazione dello studio SEAS sul NEJM commenta che sicurezza ed efficacia dell’ezemide restano incerti.
5. DIRECT: la dieta migliore per il cuore
Il Dietary Intervention Randomized Controlled Trial sugli esiti delle diete ipocaloriche per la prevenzione cardiovascolare conclude che la dieta mediterranea e la dieta a basso tenore di carboidrati sul lungo periodo sono le più efficaci perché facilitano il controllo della glicemia e del colesterolo. La dieta a basso contenuto di grassi fa perdere peso ma restituisce un quadro dei valori meno equilibrato. Andrebbe dunque messo in discussione il paradigma del low-fat. “I dati ci suggeriscono di verificare le condizioni del paziente e di scegliere per ciascuno la tipologia di
dieta più adatta. Dobbiamo ricordare a tutti, medici e pazienti, che l’obiettivo di una dieta non è tanto perdere peso quanto ridare equilibrio al corpo, acquisire un corretto stile alimentare e mantenerlo nel tempo”, hanno dichiarato gli autori dello studio.
6. TIM RUSSERT: i giornalisti si interrogano sulla morte improvvisa di un collega
La morte improvvisa del giornalista Tim Russert all’età di 58 anni per una attacco di cuore ha sollevato un dibattito sulla stampa e altri canali di comunicazione sulle malattia cardiovascolare e i fattori di rischio prevenibili. I giornalisti si interrogano sull’accaduto, chiedendo ai cardiologi se la morte del loro collega Russert era prevenibile.
7. ATHENA: il dronedarone promette bene
Sicurezza ed efficacia del dronedarone per i pazienti anziani con fibrillazione atriale. Considerata come una alternativa all’amiodarone per mantenere il ritmo sinusale, il dronedarone ha dimostrato di poter ridurre significativamente il rischio di morte cardiovascolare del 30 per cento e del 20 per cento i ricoveri rispetto alle migliori terapie di riferimento, compresi i farmaci per il controllo della frequenza e i farmaci antitrombotici. Le prove vengono dallo studio ATHENA condotto in una popolazione molto anziana a medio-alto rischio e presentato all’Heart Rhythm Society 2008 Scientific Sessions.
8. ONTARGET: messaggi chiari da studi ben condotti
L’American College of Cardiology 2008 Scientific Sessions del 2008 è stata l’occasione per presente i risultati dello studio ONTRAGE pubblicati in contemporanea sul NEJM. Sembra che sia condivisa l’opinione che il megatrial arrivi a risultati chiari sul trattamento di pazienti con coronaropatia o diabete più fattori di rischio cardiovascolare aggiuntivi, ma senza evidenza di scompenso cardiaco. Il telmisartan è non-inferiore al ramipril, mentre la loro associazione porta a maggiori effetti collaterali senza benefici aggiuntivi. La discussione rimane su come dovrebbe essere condotta la scelta iniziale tra ACE inibitore e bloccanti dei recettori dell’angiotensina.
9. ENHANCE: ridurre è meglio ma dipende come
Il NEJM pubblica i risultati di ENHANCE presentati all’ACC 2008 che aprono un nuovo quesito sulla prevenzione della progressione della placca. I dati non di ENHANCE non rilevano tra la terapia combinata Vitoryn (simvastatina/ezetimibe) e la monoterapia (simvastatina ad alte dosi) differenze significative sulla placca ateromasica a livello carotideo nei pazienti con ipercolesterolemia familiare. Limitatamente alla progressione della placca, l’aggiunta di ezetimibe non sembra dare vantaggi aggiuntivi nella trattamento con statine in pazienti ipercolesterolemia familiare. Rimane aperto il quesito sul significato dei risultati per la pratica clinica. Si riapre così il delicato dibattito sull’ipotesi del colesterolo LDL, secondo il quale “ridurre è meglio”: anche la modalità con cui raggiungere il risultato di abbassare la colesterolemia è importante. Alcune terapie potrebbero rivelarsi infatti più efficaci e sicure di altre. Diversi i pareri sulla questione.
10. Stop allo studio ACCORD
Lo studio Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes (ACCORD) sponsorizzato dal National Institutes of Health statunitense viene interrotto anticipatamente per un eccesso di mortalità nel braccio a controllo di diabetici trattato con una terapia ipoglicemizzante troppo intensiva. I risultati deludenti e inaspettati meritano una riflessione approfondita sul come e perché sono morti i pazienti trattati con maggiore aggressività e mettono in discussione le credenze ormai radicate sui rapporti fra gravità del diabete e sviluppo o peggioramento di macro e microangiopatia.