Vivere con spiritualità e filosofia porta ad associare i numeri a qualcosa di mistico, magico o di simbolico, mentre una visione materialistica ed edonistica della vita li collega al benessere economico o al gioco. Tuttavia queste due visioni estreme presentano un comune denominatore, la luce e i numeri sono gli angeli che la diffondono. L’attuale situazione sanitaria di Taranto, la città dei due mari, al contrario, è paragonabile al buio e i numeri, che la identificano, a demoni portatori di ombre e morte.
Aumento complessivo dei tumori del 30%, con picchi che superano il 400% per i mesoteliomi pleurici e del 100% per i tumori allo stomaco. Questa è la sintesi del rapporto Sentieri, relativa al periodo 2003-2009, presentato il 22 ottobre 2012 a Taranto dal ministro della Salute, Renato Balduzzi. Considerando tutte le cause di morte, nella città si registrano un +14% di mortalità per gli uomini e un +8% di mortalità per le donne. La causa è l’inquinamento ambientale. I tumori allo stomaco sono aumentati del 100%, al fegato del 75%, quelli uterini dell’80%, ai polmoni del 48%, alla mammella del 24%. Anche i linfomi non Hodgkin presentano un più 43%.
In una distinzione di genere, precisa il rapporto, agli uomini spetta +14% per tutti i tumori, +14% per le malattie cardiovascolari, +17% per quelle respiratorie, +33% per le neoplasie polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici.
Per quanto riguarda la popolazione femminile: +13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico.
Incrementi di malattie, per tutte le cause, nella popolazione pediatrica per una prevalenza del doppio principalmente nel primo anno di vita.
Sono i numeri di malattie vero presagio di riduzione per qualità e quantità di vita. Percentuali che in termini assoluti significano centinaia di migliaia di vite in un anno e milioni a distanza. Sono grandi numeri che si rincorrono e si uniscono non per creare la coreografia dei fuochi pirotecnici nella festa del Santo patrono, ma per rappresentare i bagliori dei colpi di un’artiglieria che da anni assedia la città. Numeri che ricordano la roulette, non quella gioiosa della bella epoque, ma quella russa, che gioca con la vita della popolazione inerme.
L’uomo è riuscito a forgiare i metalli e a inventare leghe, realizzando sviluppo, evoluzione sociale e benessere. L’acciaio a Taranto non ha creato, in questi anni, ricchezza o benessere anche in termini culturali. L’aumento delle patologie oncologiche e cardiovascolari incide significativamente sul bilancio della Sanità regionale e folle sarebbe la costruzione di nuovi ospedali per la loro cura, senza prima di aver risolto le cause del loro incremento. Auguriamoci che la bella Taranto sia sempre nominata come la città dei due mari, non come quella dei due mali, il tumore e l’infarto.
Bari 24 ottobre 2012