Quando un uomo ha il coraggio di esprimere le proprie idee, in maniera in parte diretta e senza ipocrisie di facciata, attira critiche e generiche esternazioni di contrarietà anche in coloro che, pur condividendo nella sostanza quell’idea, si arroccano su posizioni rigide, dettate dalla convenienza e da uno pseudo perbenismo. L’attuale Presidente del Consiglio ha da poche ore affermato che “La sostenibilità del nostro Sistema sanitario nazionale, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantita se non si individuano nuove modalità di finanziamento”. E’ il parere di un economista che, anche in un’area dove etica, solidarietà, umanizzazione e in definitiva il “fornire aiuto” devono prevalere su entrate e uscite, pone l’accento sulla ricerca di nuovi modi di finanziamento, per impedire l’implosione, nei prossimi anni, di un sistema strategico per un’utenza informata e consapevole dei propri diritti, in quanto, finanziando con il prelievo fiscale un servizio, pretende assistenza e cure migliori.
Non per corporativismo, ma possiamo affermare che il nostro SSN rappresenta una risorsa importante per il nostro paese. Dobbiamo saper difendere e conservare un patrimonio che molti paesi ci invidiano e cercano di copiare, per esempio gli USA. Quello che manca è la volontà di razionalizzare servizi e prestazioni. Non tagli lineari, vedi riduzioni di posti letto, accorpamento di Unità Complesse, chiusura di ospedali ma controllo analitico della gestione con l’obiettivo di ridurre gli sprechi, ce ne sono tanti, ridistribuire le risorse, incoraggiare i comportamenti virtuosi. Misure risultate vane, come il taglio del numero dei direttori delle Unità complesse. E’ bene specificare che la retribuzione stipendiale di un primario, che, come tutti sanno, è gravato da immense responsabilità, non è certo paragonabile a quella di un dirigente dell’industria o della finanza. L’aziendalizzazione di un Ente Sanitario passa attraverso l’ammodernamento delle tecnologie, il miglioramento della qualità del servizio, in definitiva un aumento dell’attrazione che permette di convogliare, verso quella struttura, un’utenza giorno per giorno più attenta. Come il cittadino sceglie un’autovettura straniera con tecnologia più alta e costo più basso di quella apparentemente prodotta in casa nostra, così sceglierà di farsi curare nell’ospedale più efficiente per ottenere cure efficaci. Esiste una pluralità di spesa per lo stesso approvvigionamento, un’identica siringa, magari della stessa marca, presenta una consistente diversità di costo tra regione e regione.
Al taglio deve seguire la riconversione dei posti letto, meno degenza per acuti e più per i pazienti cronici, con creazione di strutture territoriali flessibili dedicate al follow-up (controllo nel tempo) di patologie ad alta prevalenza epidemiologica, cardiache e oncologiche. Bisogna evitare il ricorso alla medicina difensiva che, come scientificamente osservato, incide per tredici miliardi l’anno sul capitolo di spesa. Per fare questo dobbiamo valorizzare l’esperienza del medico e mettere in condizione tutti gli operatori di lavorare con tranquillità, senza la paura del costoso e umiliante contenzioso medico-legale. Le soluzioni più idonee per creare un maggior clima di giustizia e serenità sono semplici e logiche: protocolli scritti e condivisi, legislazione più mirata per la malpractice, assicurazione rischio-professionale a carico del datore di lavoro, divieto di pubblicità accattivanti e una più attenta analisi iniziale, da parte della magistratura, per evitare esposti o denunce a esclusivo scopo risarcitorio.
Non meno importante è la scelta dei quadri dirigenti apicali. Oltre alle doti umane e all’indiscussa professionalità scientifica e tecnica, bisogna dare spazio al medico attento agli aspetti economici nella gestione dell’attività assistenziale. Basta con il nepotismo, l’appartenenza o la fedeltà politica, la corruzione. Valutiamo i curriculum dei canditati, reclamiamo la responsabilità della scelta in caso di chiamate dirette, proponiamo contratti veramente a termine per le posizioni apicali, in definitiva diamo più voce al merito.
Con la dichiarazione del Presidente Monti “il dado è tratto” e, nonostante le smentite o gli addolcimenti prodotti dai consulenti della comunicazione, la tematica è stata evidenziata, indipendentemente dalle soluzioni proposte. La ricerca di nuove forme di finanziamento é da non far coincidere con l’aumento della pressione fiscale, ma da un saggio controllo e da una vera razionalizzazione delle uscite. Un prodotto di qualità ha costi di esercizio alti. Non possiamo pensare di celebrare le nozze offrendo agli invitati solo fichi secchi.