Tutti gli articoli di Riccardo Guglielmi

Ragazzi occhio al colesterolo

Bisogna cominciare  da giovani a controllare e   mantenere basso il tasso di colesterolo.
Questa è la conclusione che proviene dalla metanalisi, l’esame di  numerosi studi pertinenti a uno specifico argomento e con obiettivi di ricerca comuni, condotta, su un campione di 300mila individui portatori di una mutazione  genetica che teneva basso naturalmente il livello di colesterolo. La ricerca, condotta da un gruppo ricercatori della Wayne State University di Detroit, è stata pubblicata dal Journal of the American College of Cardiology.

Mantenere il colesterolo basso da giovani abbassa il rischio di malattie cardiovascolari del 55%, mentre l’uso di statine, importanti molecole che ne diminuiscono la sintesi e che determinano un effetto protettivo sulle pareti dei vasi,  solo del 20% dopo i 60 anni. L’analisi dei dati permette di affermare che è anche più facile abbassare il colesterolo nei giovani senza l’aiuto dei farmaci. Il messaggio pratico che proviene dagli autori di  questo studio è che mantenere un basso tasso di colesterolemia nei teenager e nei giovani adulti, senza l’aiuto di farmaci ma solo con la dieta e l’esercizio fisico, determinerebbe, da anziani, una riduzione  superiore al 40% delle malattie cardiovascolari. Educazione alimentare, dieta è sinonimo di privazione, ed esercizio fisico sono gli elementi giusti per un investimento a lungo termine.  Qualche rinuncia da giovane per una “vecchiaia più giovanile”.

Bari 3 novembre 2012

E’ tornato il mito del dottor Kildere nell’era digitale

Divisa e camice bianco hanno sempre suscitato fascino e sex appeal nel genere femminile. Il software di base inserito nell’hardware femmina è predisposto per la scelta di un maschio che possa assicurare sicurezza per se stessa e per la prole. La divisa, l’abito del soldato, rappresenta la forza con cui ottenere potere materiale, il camice del medico rilievo sociale e sicurezza per la salute.  Negli ultimi decenni vi è sempre stata un’alternanza di primato e come in una gara automobilistica, continui sorpassi, tra le due diverse professioni. Per l’antimilitarismo negli anni sessanta i camici bianchi erano al comando, dopo il crollo delle torri gemelle la prima posizione è passata alla divisa, specie quella del pompiere. Vantaggio consolidato in questo decennio a causa del continuo discredito e fango riversato sulla classe medica, grazie all’enfasi e alla facilità di come si parla e scrive di malasanità. In questo periodo nuovo sorpasso e dopo il fascino della divisa, arriva quello del camice bianco. Galeotti i telefoni cellulari e i social network, ormai diventati d’impiego routinario nel rapporto tra medico e paziente. L’uso di internet ha moltiplicato il numero dei medici oggetto di mire sentimentali. La rete permette alle pazienti, senza distinzione di età, di invaghirsi del dottore e mettere in campo i collaudati mezzi di seduzione, frasi ambigue e foto, per attirarne l’attenzione in modo evidente. E’ tornato il mito del dottor Kildere, il mitico protagonista di una fortunata serie televisiva degli anni 60, che nel Blair General Hospital, dove esercitava da principiante, associava le capacità professionali a quella di rubacuori. Il nuovo fenomeno di costume, pare aver assunto dimensioni preoccupanti in Inghilterra. Come riporta il Daily Telegraph nella versione on line, la Medical Defence Union (MDU), organizzazione che offre assistenza legale e assicurativa ai medici, denuncia, in un suo rapporto, che il numero di camici bianchi che riceve avance dal web è aumentato di un terzo negli ultimi cinque anni. Dai settantatre casi (periodo 2002-2006) si è passati alle 100 attuali richieste di aiuto legale da parte di medici oggetto di avance negli ultimi anni. I più colpiti, loro malgrado, gli uomini (3 casi su 4) e in particolare i medici di medicina generale (72 casi su 100), mentre gli specialisti ospedalieri prevalentemente psichiatri e ginecologi, solo ventotto su cento. E-mail, Facebook, Twitter sono i mezzi informatici per un bombardamento di messaggi. Le attenzioni, passando per le molestie, sconfinano nel vero stalking. Spesso, spasimanti deluse o rifiutate si vendicano rovesciando l’accusa di molestie a carico del medico. Non medici Don Giovanni, ma medici rubacuori loro malgrado, sino al preoccupante caso di un medico di famiglia che aveva iniziato a ricevere lettere, regali e richieste di amicizia su Facebook da una sua paziente invaghitasi di lui. A nulla è servito il comportamento, professionalmente corretto, di respingere le seducenti proposte e l’invito alla donna a cambiare medico. L’innamorata respinta si è vendicata e ha raccontato al nuovo dottore di aver avuto una relazione sessuale con il primo. Inchiesta e proscioglimento del medico ingiustamente denunciato, dopo ben sei mesi di indagini. In altri casi è stato richiesto l’intervento della polizia, sino all’ingiunzione, per proteggere i camici bianchi da stalking e molestie. Claire Macaulay di M.D.U. afferma che “la fiducia e la stima nei confronti del proprio medico, in qualche caso, possano trascendere in amore o desiderio sessuale” Non è certo un fatto nuovo, ma ora tutto è più semplice e rapido nell’era della rete. Gli strumenti digitali, permettono una comunicazione immediata e diretta, non hanno l’effetto riflessivo e ritardante della carta e della penna che il più delle volte hanno avuto il merito o la colpa secondo i punti di vista, di rallentare gli slanci erotici. Personalmente ritengo SMS sul cellulare o email più invasivi di un’elegante e profumata lettera d’amore.  Nel quotidiano i medici riescono a stroncare sul nascere i tentativi di ‘flirt’. L’etica è alla base in un corretto rapporto medico paziente e il web, uno strumento indispensabile per l’aggiornamento professionale. Per finire, con un pizzico d’ironia, meglio non perdere mai la bussola, e da medico quale sono, non vorrei essere apostrofato con l’irriverente “doott…. ma va a chattà”.

Bari 3 novembre 2012

FANS e recidive di infarto.

Importante aumento delle recidive di infarto del miocardio, in particolare durante il primo anno dall’evento acuto, nei soggetti che assumono farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS). Queste sono le conclusioni di uno studio osservazionale di Anne Marie Schjerning Olsen e collaboratori, pubblicato su Circulation 2012; 126: 1955-1963, l’importante rivista scientifica statunitense, organo ufficiale dell’American Heart Association. Sono farmaci usati per il trattamento delle artriti e delle artrosi, tipiche dell’età adulta e che frequentemente si associano alle malattie cardiovascolari. Il loro impiego è stato sempre consigliato per evitare gli altrettanto numerosi e gravi effetti collaterali dei farmaci steroidei, cortisone e derivati.  La ricerca ha analizzato i tassi d’incidenza di morte coronarica o infarto del miocardio non fatale, in 43.608 pazienti (44% di un campione di 99.187) cui sono stati prescritti FANS dopo il primo evento infartuale.  Ci sono stati 36.747 morti per tutte le cause e 28.693 decessi per coronaropatia durante i cinque anni di follow-up. L’uso di qualsiasi tipo di FANS negli anni successivi a una sindrome coronarica acuta è stato costantemente associato a un aumentato rischio di morte e recidiva con percentuali statistiche simili sia a un anno, sia a cinque di osservazione (hazard ratio tra 1,22 e 1,63 con intervalli di confidenza comuni del 95%)…..
L’esperienza personale nella pratica quotidiana evidenzia spesso un comportamento anomalo di questi pazienti, la cui causa è il frequente desiderio di auto-adattamento delle terapie e lo scarso dialogo con il medico di famiglia. Nel trattamento cronico del post infarto e delle vasculopatie in generale è di solito prescritta l’Aspirina a basso dosaggio per ridurre l’aggregazione delle piastrine, i mattoni che, quando si uniscono con la fibrina, generano i trombi, responsabili della ostruzione delle arterie. Il paziente automaticamente, in caso di assunzione di un qualunque FANS, sospende l’Aspirina, conosciuta più per le proprietà antiinfiammatorie e antidolorifiche che per quelle antiaggreganti, ritenendola a torto un doppione. Una placca aterosclerotica da stabile può diventare instabile, si ulcera favorendo così l’aggregazione delle piastrine e la formazione del trombo.
In definitiva, considerando che i FANS sono farmaci indispensabili per il trattamento di patologie che determinano dolore, impotenza funzionale, limitazione, disagio sociale e in definitiva una cattiva qualità di vita, due sono i messaggi da “portare a casa”. Primo cautela, limitando la prescrizione di queste molecole a casi importanti, specie per trattamenti cronici e a lungo termine, secondo mai autosospendere l’aspirina, meglio nota come Cardioaspirina o aspirinetta, senza il parere del medico.
Bari 2 novembre 2012

Dalla California un gel per “un fisico bestiale”

Sogno della maggior parte degli adolescenti maschi è trovare nel commercio una crema miracolosa che permetta, senza sforzi e solo con l’applicazione locale, lo sviluppo della massa muscolare. Possedere un fisico simile a quello di famosi eroi cinematografici, Ercole per la mia generazione, Conad il barbaro per gli attuali quarantenni, ha sempre stimolato la  fantasia. Grandi carichi di lavoro, anni palestra, diete iperproteiche o peggio farmaci anabolizzanti veramente dannosi per la salute, sono a tutt’oggi gli unici elementi per ottenere un appariscente sviluppo muscolare. Queste certezze forse, nel nostro terzo millennio, potrebbero essere sfatate.
Lo scorso mese, sulla rivista PNAS, sono stati pubblicati i dati di un gruppo di ricercatori, Olivier J. N. Bertrand , Deborah Kuchnir Fygenson, Omar A. Saleh, della University of California di Santa Barbara.
Nel lavoro scientifico “Active, motor-driven mechanics in a DNA gel” è descritta la realizzazione in laboratorio di un gel dinamico, composto da DNA, capace di rispondere meccanicamente agli stimoli in modo molto simile a quanto fanno le cellule muscolari, cioè allungarsi e contrarsi in presenza del substrato energetico comune a tutti gli esseri viventi, l’ATP, l’adenosin trifosfato, prodotto dai mitocondri cellulari.
I ricercatori californiani hanno prodotto una crema “intelligente” con capacità meccaniche idonee a generare forze in modo indipendente e a generare movimento quando è stimolata. Il gel di DNA, che misura solo dieci micron di larghezza, la dimensione di una cellula vivente, presenta nell’interno nanotubi rigidi di materiale genetico, collegati tra loro da lunghi e flessibili filamenti. Rappresentano l’impalcatura di un materiale molecolare che, attraverso una proteina batterica, chiamata FtsK50C, provoca la contrazione e il rilasciamento del muscolo, proprio come la Miosina, la proteina del citoscheletro che, insieme all’Actina, è alla base dell’attività muscolare.
Ecco allora pronto un gel per “un fisico bestiale” e se questa crema sarà colorata di verde, forse fra qualche anno,  potremmo incontrare, per le strade delle nostre città, l’Incredibile Hulk, l’eroe dei fumetti della Marvel Comics, creato da Stan Lee e Jack Kirby.
Fonte: Active, motor-driven mechanics in a DNA gel.
Edited by David A. Weitz, Harvard University, Cambridge, MA, and approved September 4, 2012 (received for review May 23, 2012)

Bari 28 ottobre 2012

Più tumori e infarti a Taranto. Valore dei numeri oltre la statistica.

Vivere con spiritualità e filosofia porta ad associare i numeri a qualcosa di mistico, magico o di simbolico, mentre una visione materialistica ed edonistica della vita li collega al benessere economico o al gioco. Tuttavia queste due visioni estreme presentano un comune denominatore, la luce e i numeri sono gli angeli che la diffondono. L’attuale situazione sanitaria di Taranto, la città dei due mari, al contrario, è paragonabile al buio e i numeri, che la identificano, a demoni portatori di ombre e morte.
Aumento complessivo dei tumori del 30%, con picchi che superano il 400% per i mesoteliomi pleurici e del 100% per i tumori allo stomaco. Questa è la sintesi del rapporto Sentieri, relativa al periodo 2003-2009, presentato il 22 ottobre 2012 a Taranto dal ministro della Salute, Renato Balduzzi. Considerando tutte le cause di morte, nella città si registrano un +14% di mortalità per gli uomini e un +8% di mortalità per le donne. La causa è l’inquinamento ambientale.  I tumori allo stomaco sono aumentati del 100%, al fegato del 75%, quelli uterini dell’80%, ai polmoni del 48%, alla mammella del 24%. Anche i linfomi non Hodgkin presentano un più 43%.
In una distinzione di genere, precisa il rapporto, agli uomini spetta +14% per tutti i tumori, +14% per le malattie cardiovascolari, +17% per quelle respiratorie, +33% per le neoplasie polmonari, +419% per i mesoteliomi pleurici.
Per quanto riguarda la popolazione femminile: +13% per tutti i tumori, +4% per le malattie circolatorie, +30% per i tumori polmonari, +211% per il mesotelioma pleurico.
Incrementi di malattie, per tutte le cause, nella popolazione pediatrica per una prevalenza del doppio principalmente nel primo anno di vita.
Sono i numeri di malattie vero presagio di riduzione per qualità e quantità di vita. Percentuali che in termini assoluti significano centinaia di migliaia di vite in un anno e milioni a distanza. Sono grandi numeri che si rincorrono e si uniscono non per creare la coreografia dei fuochi pirotecnici nella festa del Santo patrono, ma per rappresentare i bagliori dei colpi di un’artiglieria che da anni assedia la città. Numeri che ricordano la roulette, non quella gioiosa della bella epoque, ma quella russa, che gioca con la vita della popolazione inerme.
L’uomo è riuscito a forgiare i metalli e a inventare leghe, realizzando sviluppo, evoluzione sociale e benessere. L’acciaio a Taranto non ha creato, in questi anni, ricchezza o benessere anche in termini culturali. L’aumento delle patologie oncologiche e cardiovascolari incide significativamente sul bilancio della Sanità regionale e folle sarebbe la costruzione di nuovi ospedali per la loro cura, senza prima di aver risolto le cause del loro incremento.  Auguriamoci che la bella Taranto sia sempre nominata come la città dei due mari, non come quella dei due mali, il tumore e l’infarto.
Bari 24 ottobre 2012