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Emergenza Covid 19. Medici e infermieri i più contagiati

Mascherine, tamponi. Nord in ginocchio   

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Lombardia in ginocchio, alto numero di contagiati e ammalati, basso quello dei guariti, ad oggi 15 medici deceduti. I valori, già superiori a quelli cinesi, sono i componenti della fotografia “Emergenza italiana Covid-19”. Non è foto statica ma “live” in continuo movimento.  È una lotta contro un nemico spietato e invisibile che è proteso nel suo specifico “work in progress” distruttivo.  L’impreparazione di fronte alla malattia sconosciuta, la carenza di medici e infermieri secondaria al numero chiuso agli accessi alla facoltà di medicina e alle scuole di specializzazione, la chiusura degli ospedali, il blocco delle assunzioni, la mortificazione rivolta alla Sanità militare che in questi anni ha visto chiudere ospedali e ridurre organici e mezzi, lo spreco associato a clientelismo truffaldino, sono gli elementi esplosivi che, nel laboratorio alchemico della politica, finanza, burocrazia e pseudo legalità, hanno generato la tempesta perfetta che mette a dura prova i Sistemi sanitari di tutta l’Europa. Mancano i Dispositivi di protezione individuale Dpi, mascherine chirurgiche e con dispositivi filtranti. Lo scarso approvvigionamento dei Dpi sta spingendo i sindacati a diffidare le aziende e minacciare azioni legali. A Bari l’Onorevole Francesco Paolo Sisto e il Dott. Franco Lavalle, segretario regionale dell’U.S.S.M.O (Universo Sanità Sindacato Medici Ospedalieri), hanno presentato esposti a tutte le Procure della Repubblica pugliesi per denunciare la carenza di Dpi. La prima linea degli operatori sanitari sta cedendo, vista l’alta percentuale dei contagi, 8,3% secondo la fondazione Gimbe.

Altra problematica sono i controlli con tamponi. Sensibilità e specificità sono a carico del tampone rino-faringeo, basato sull’identificazione dell’RNA virale. L’inconveniente è il tempo di attesa del responso, 6-8 ore. Non è da sottovalutare il test rapido, una goccia di sangue dal dito come per il controllo della glicemia, per ricercare le IgM e le IgG, anticorpi contro il Covid 19. Nel caso di positività controllo di sicurezza con tampone rino faringeo. Procedura attualmente corretta quella in corso in molte Aziende Sanitarie del Centro Sud di estendere il test con tampone agli “stretti contati” cioè al personale sanitario asintomatico che abbia avuto contatti diretti con pazienti affetti da Covid-19 e, dunque, più esposto al rischio. Questa raccomandazione, reclamata dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) e dai sindacati dei camici bianchi è arrivata dal Comitato tecnico scientifico (Cts), organo consultivo del ministero della Salute. Ma il nemico sta avanzando  in questi teatri operativi, i segnali sono nell’aria e mai come in questo caso impreparazione e disarmo non devono essere di casa. È il momento di passare al contrattacco prima dello sfondamento della linea difensiva. La parola d’ordine è prevenzione. Il contagio si arresta rimanendo a casa. Non è il momento di pensare  alle limitazioni delle libertà individuali. In questo frangente non resta che arroccarsi nel castello e prepararsi all’assedio. Rimanere a casa è vaccinazione di massa.  Il modello coreano, test e tamponi a tutta la popolazione, controllo elettronico degli spostamenti, ha dato buoni frutti: solo 84 decessi, nessuno dei quali ha visto coinvolti medici e infermieri. Le pochissime unità di biologia molecolare nei nostri ospedali non possono sopportare una simile mole di lavoro. Dobbiamo allestirne di nuove al più presto. Estendere i test, dagli stretti contatti a tutto il personale sanitario, agli ingressi per tutte le altre patologie è una misura che deve essere attuata; ciò limiterebbe il contagio nelle strutture ospedaliere. In caso di positività, questi pazienti potrebbero essere ricoverati in unità Covid dedicate. Tamponi anche alla dimissione per scongiurare  contagio sul territorio. Questo è fare prevenzione primaria. In previsione del peggio, devono essere aumentati i posti letto per cure intensive e sub intensive. Gli italiani si aspettano dagli amministratori investimenti seri e non briciole inefficaci.

Non è il momento della polemica, ma della solidarietà e dell’amore per il prossimo. Tuttavia le giuste riflessioni non devono essere sottaciute. Quelle teste saccenti che sino a ieri gridavano alla malasanità, con lo scandalismo gratuito della notizia o peggio con lo sciacallaggio di accedere al bancomat dell’errore medico, quei violenti e facinorosi che assalivano i Pronto soccorso, le corsie e gli ambulatori, forti di un legalismo stupido e inopportuno, oggi chiamano eroi medici e infermieri, li paragonano ai pompieri di New York dell’11 settembre, li incensano solo perché sanno bene che senza di loro sono destinati a morte sicura. Nelle preghiere del Papa hanno trovato posto tutti gli operatori della sanità italiana. I media finalmente parlano di buona medicina. I medici anche in pensione, al grido di appello, all’adunata, stanno rispondendo “Presente”. Non si tirano indietro e specialmente al Nord sono tutti in prima linea sotto il fuoco di un nemico invisibile e atroce. Non sono volontari di missioni suicide, non sono stupidi. Hanno messo fuori della porta i loro pensieri e lasciato gli affetti a casa, per lavorare con tenacia e ardore. A noi l’obbligo morale di non mandarli al fronte con armi inefficaci o con gli “stivali di cartone”.

https://www.corrierenazionale.net/2020/03/20/emergenza-covid-19-medici-e-infermieri-i-piu-contagiati/

Mater Dei Hospital operativa e sicura

Emergenza Covid-19: norme interne e check point agli ingressi

Al fine di essere più precisi e incisivi nella nostra attività informativa in questo particolare momento, dove la classe medica viene sottoposta a sforzi sovraumani nell’assistere i pazienti, intendiamo dare notizie precise e non fake news o notizie fuorvianti, che creano disagio a tutti gli operatori che prestano la loro opera nelle strutture sanitarie della regione Puglia, abbiamo intervistato il Dott. Riccardo Guglielmi, cardiologo, giornalista scientifico in merito alla situazione della Mater Dei di Bari.  

Emergenza Covid-19: norme interne e check point agli ingressi

di Antonio Peragine

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BARI – Sta suscitando grande sconcerto nella nostra città la notizia che a Mater Dei Hospital ci siano focolai di coronavirus con medici e infermieri ammalati e che le attività sanitarie siano state sospese. Nello spirito di una informazione seria ed equilibrata abbiamo scelto la linea di verifica sul campo e, saltando i canali ufficiali che potrebbero essere considerati di parte, vogliamo sentire testimonianze dirette.

Riconosciamo all’uscita della clinica il dott. Riccardo Guglielmi che nella sua doppia funzione di medico e giornalista può garantire, intervistandolo, una testimonianza scientificamente corretta ed eticamente attendibile.

Esiste caos nell’interno della Mater Dei e quanti medici sono ammalati da Covid-19

Assolutamente no e ringrazio Lei e la redazione del Corriere Nazionale per l’opportunità che mi è concessa e dare così notizie esatte. Non vi è alcun caos, come riportato da qualche testata locale, né ci sono medici ammalati. Molti giornalisti continuano a confondere la positività con la malattia. Un collega anestesista e 5 infermieri sono risultati positivi al tampone che rileva il Covid-19. Uno di questi, in servizio in rianimazione era già assente per malattia dal 4 marzo. La settimana scorsa è risultato contagiato un operatore socio sanitario del reparto di Ginecologia dove era stata ricoverata una giovane mamma risultata positiva. Sono state subito attuate le contro offensive del caso: allontanamento dei sospetti, 70 tamponi a tutti i “contatti stretti” risultati negativi. La cabina di regia è efficiente così come la catena di comando che vede in prima linea impegnati il direttore sanitario, Giuseppe Cugno e tutto il suo staff. Subito bonificati, da ditte esterne certificate, gli spazi comuni, i reparti e la rianimazione e per 2 volte il Pronto Soccorso. Questo per la sicurezza dei ricoverati e di tutto il personale. In definitiva nessun caos e nessun focolaio interno.

Ha accennato alla sicurezza. Può essere più preciso.

L’Azienda ha attuato dal 28 al 4 marzo, un percorso formativo addestrativo, obbligatorio per tutti i dipendenti di ogni ordine e grado, che ha previsto l’implementazione e l’intensificazione delle norme di igiene, la regolamentazione dei percorsi interni e l’uso dei dispositivi di sicurezza individuali, DPI. Obbligo per tutti, anche nei servizi amministrativi, di mascherine chirurgiche e filtranti, FFP1 FFP2  in aree come Pronto Soccorso e terapie intensive. È stato corretto all’inizio razionalizzare la distribuzione dei DPI in previsione degli  approvvigionamenti e dell’evolversi di una patologia a tutti sconosciuta. Dal 16 marzo è operativo il protocollo interno che deve essere rispettato rigorosamente da tutto il personale e prevede misure di prevenzione per la gestione della fase di emergenza. Al piano 0 nel reparto di chirurgia ambulatoriale, è identificata l’area dedicata alla gestione di casi sospetti o accertati d’infezione da Covid-19. È in corso una comunicazione corretta, giustamente gerarchica, tra la Direzione sanitaria i Capi reparto e servizi. Due check point per il controllo della temperatura e il rilievo della zona di provenienza dedicato ai pazienti in transito e agli eventuali accompagnatori, sono stati dislocati presso gli ingressi dell’ospedale. Le disposizioni interne seguono le direttive nazionali e regionali.

E le altre malattie

Purtroppo tutto ciò che non è Covid-19 non ha dichiarato sciopero o si è messo in ferie. Infarti, fratture, interventi chirurgici indifferibili hanno la stessa prevalenza. Il reparto di medicina interna della dott.ssa Renzetti continua a garantire, con immutati standard di qualità, le cure necessarie a tanti pazienti fragili, affetti da patologie croniche. Lo stesso dicasi del laboratorio e della farmacia. Non dobbiamo dimenticare quanto quotidianamente avviene nella riabilitazione cardiovascolare e neuro motoria grazie all’impegno e alla dedizione dei fisioterapisti.  La vita continua ed è bello per un medico vedere l’afflusso di donne gravide che, a giorni, dovranno partorire. Un buon segno che ci fa ben sperare.

Riccardo come vedi la situazione

Seguite le norme di igiene generale e in particolare il lavaggio delle mani, uscite di casa solo per i bisogni elementari; è l’unico modo per arginare il contagio. Fidatevi dei vostri medici, date loro fiducia, incoraggiamento. Loro hanno la certezza della vittoria. Meglio concludere con #iostoincorsia  #turimaniacasa .

Le parole del dott. Riccardo Guglielmi devono far riflettere e rappresentano un messaggio di verità e speranza. Il vissuto di questo professionista è noto a tutta la città. Non si è mai tirato indietro e anche in questa congiuntura ha messo a disposizione della comunità competenze,  conoscenze, speranza e ottimismo. I numeri odierni secondo i dati desunti dalla ASL BA fanno ben sperare: 504 tra positivi e isolati (320 positivi, 184 in quarantena). Si deve elevare una voce univoca contro una macchina del fango. Basta con affermazioni gratuite, tendenziose e allarmistiche. Tutti gli operatori di Mater Dei Hospital, struttura che è risorsa per la nostra Regione, meritano rispetto e considerazione. Il nostro giornale è per la verità e non sta dietro al pettegolezzo o al facile scandalismo mediatico.

e rappresentano un messaggio di verità e speranza. Il vissuto di questo professionista è noto a tutta la città. Non si è mai tirato indietro e anche in questa congiuntura ha messo a disposizione della comunità competenze,  conoscenze, speranza e ottimismo. I numeri odierni secondo i dati desunti dalla ASL BA fanno ben sperare: 504 tra positivi e isolati (320 positivi, 184 in quarantena). Si deve elevare una voce univoca contro una macchina del fango. Basta con affermazioni gratuite, tendenziose e allarmistiche. Tutti gli operatori di Mater Dei Hospital, struttura che è risorsa per la nostra Regione, meritano rispetto e considerazione. Il nostro giornale è per la verità e non sta dietro al pettegolezzo o al facile scandalismo mediatico.

https://www.corrierenazionale.net/2020/03/19/mater-dei-hospital-operativa-e-sicura/

https://www.corrierepl.it/2020/03/19/mater-dei-hospital-operativa-e-sicura/

 

La crisi è la conseguenza dell’austerità: prepariamoci a cambiar pagina

È arrivato il momento di essere pratici, efficienti ed efficaci

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Gare d’appalto, libertà individuali, concorsi, garantismo, sono procedure valide e fondamentali nella normalità. Sono elementi che identificano la democrazia. La dimensione straordinaria e imprevedibile del momento,  l’impreparazione generale a non saper affrontare sacrifici che la catastrofe impone, l’ignoranza, scusabile solo all’inizio dalla non conoscenza della potenza di fuoco del nemico, il non aver voluto ascoltare le voci dei pochi competenti, derisi come razzisti, definiti sciacalli capaci di creare allarmismo, opportunisti e quant’altro, l’egoismo che tutta la situazione doveva essere governata da politiche economiche e interessi finanziari, il non aver voluto capire che il vero vaccino nella fase iniziale era la scienza  e la conoscenza, hanno creato le condizioni  della tempesta perfetta e anche l’Italia ha conosciuto la sua Pearl Harbor. Il nostro motore economico è al Nord, Lombardia, Emilia e Veneto, proprio come tutto il potenziale navale degli USA era a Pearl Harbor. L’astuzia del nemico si evince dall’aver saputo dare subito un colpo decisivo, quel KO alla prima ripresa che impedisce il proseguimento dell’incontro di boxe. Staremo a terra sino al conteggio del 9 ma al 10 dobbiamo stare in piedi. Siamo in guerra, non possiamo arrenderci e dobbiamo continuare a combattere. L’invisibile Covid 19 si sta dimostrando un nemico scaltro che ha dichiarato guerra senza preavviso, si muove ad onda e noi al Sud non dobbiamo farci trovare impreparati. È il momento di alzare gli scudi, fare testuggine, potenziare l’argine e aspettare l’onda. Stare a casa durante il diluvio significa entrare nell’ARCA e aspettare il volo della colomba con il ramo d’ulivo nel becco.

L’attuale crisi è la conseguenza dell’austerità e dell’egoismo, dobbiamo cambiare pagina.  Le regole che ci saranno imposte da una cabina di regia, preghiamo solo che sia composta da composta da competenti, dovranno essere eseguite senza se e senza ma. Più concretezza, meno democrazia e garantismo,  regole militari, niente burocrazia. Tutta la logistica deve essere polarizzata per affrontare la crisi; avanti con assunzioni nei settori strategici, sanità e alimentare, senza bandi di concorsi ma con arruolamenti diretti. Stanziare soldi che arriveranno tra un anno non serve a nulla. I medici vogliono risorse, umane e materiali, subito. Se aspettiamo la gara di appalto per costruire un ospedale e riempirlo con attrezzature ci vorranno anni, adesso non c’è tempo. Ora serve la decisione immediata. La variabile TEMPO, mai come in questo caso, segna il confine tra capacità di governare i processi per tempo e in tempo. Sarà fallimentare rincorrere gli eventi perché arriveremmo TARDI. Non si vede la solidarietà delle nazioni vicine, anzi c’è la sensazione che vogliono metterci in un angolo e approfittare della situazione per accaparrarsi a 4 soldi i nostri assetti migliori. Dobbiamo pensare a una gaffe, chissà, ma le parole della  Presidente della BCE hanno fatto crollare la borsa di Milano. A pensare a male si farà peccato ma spesso si azzecca. Ora assistiamo al fallimento politico della U.E.

Stiamo avendo la dimostrazione che esiste un Paese reale, orfano di una classe dirigenziale all’altezza della governance, fatto da italiani che per oltre un decennio hanno subito quei tagli scellerati che ci hanno portato a questa fase di vulnerabilità e fragilità. È il paese del mondo della produttività e del lavoro, della sanità, della scuola, delle forze dell’ordine che si impegnano oltre ogni limite e diventano un modello positivo per le generazioni future. Per tutti è arrivato il momento dell’unità, della coesione e della solidarietà indispensabile per implementare il senso di appartenenza a una comunità che sa reagire e vincere. Forza andrà bene, ma dobbiamo cambiar pagina.

# Iostoincorsia  #Turimaniacasa

Riccardo Guglielmi – Giornalista scientifico del Corriere Nazionale

https://www.corrierenazionale.net/2020/03/16/la-crisi-e-la-conseguenza-dellausterita-prepariamoci-a-cambiar-pagina/

https://www.corrierepl.it/2020/03/16/la-crisi-e-la-conseguenza-dellausterita-prepariamoci-a-cambiar-pagina/

Lotta al Covid 19: anticorpo monoclonale dall’Olanda, tocilizumab a Napoli

Semaforo giallo per anti infiammatori e cortisonici, verde per gli ipotensivi

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Risultate vane le terapie tradizionali i ricercatori di tutto il pianeta hanno cominciato a lavorare su più fronti, dai farmaci nati per altre malattie, come quelli anti-Aids o contro l’artrite reumatoide, alla scoperta di nuove molecole. Dalla Fondazione Giovanni Pascale di Napoli, come confermato dal direttore sanitario Leonardo Miscio, in collaborazione con l’Ospedale Cotugno è partita la sperimentazione con tocilizumab,  farmaco usato nel trattamento dell’artrite reumatoide. Da Napoli la sperimentazione si è  estesa in altre regioni, dalla Toscana alla Puglia e alla Calabria, fino alla Lombardia e alle Marche. I clinici osservano un effetto positivo sulla polmonite con recupero della funzione respiratoria.  C’è grande ottimismo su questo farmaco che la Roche, l’azienda produttrice, fornisce  gratuitamente.

Altra speranza arriva dall’Università olandese di Utrecht. I ricercatori stanno mettendo a punto un anticorpo monoclonale progettato espressamente per aggredire il coronavirus Sars-CoV2, che pur non essendo uguale al Covid 19 rappresenta un ottimo modello di base. Gli anticorpi monoclonali sono proteine prodotte da cellule immunitarie, Linfociti B, che grazie alla fusione con cellule trasformate, diventano più longeve e produttive. A una minaccia esterna, pensiamo alla bomba sganciata da un aereo, l’organismo arma la contraerea con i proiettili adeguati. L’anticorpo monoclonale blocca la proteina Spike, artiglio, utilizzata dal virus per aggredire le cellule respiratorie umane. La scienza ha i suoi tempi, sperimentazione su animali e poi sull’uomo, prima di arrivare al commercio. In prospettiva questa potrebbe essere l’arma più efficace e gli studi si estendono dagli USA alla Cina.

Dalla Francia arrivano oggi perplessità sui farmaci anti-infiammatori. Il ministro francese della Salute, Olivier Véran, tramite un tweet, afferma che assumere farmaci anti-infiammatori, come quelli a base di ibuprofene o di cortisone, “potrebbe essere un fattore aggravante dell’infezione” nei malati di coronavirus. Un’affermazione pesante che merita riscontro ed evidenze scientifiche. Comunque in caso di febbre usiamo il paracetamolo, perché ibufene e cortisoni già di loro potrebbero provocare insufficienza renale.

Altra problematica è il trattamento dell’ipertensione arteriosa. I medici ricevono telefonate spaventate dai pazienti ipertesi in terapia da anni con ACE-inibitori o sartani.  In rete circola la notizia suggestiva, ipotetica se non falsa e per bloccare gli allarmismi scende in campo la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, presieduta dal Prof. Guido Grassi. In un comunicato stampa ufficiale la SIIA precisa “ In atto NON esiste alcuna evidenza che gli ACE-inibitori favoriscano l’infezione da SARS-CoV-2 e/o che i sartani facciano lo stesso oppure  proteggano dall’infezione stessa”. Un messaggio rassicurante per i tanti ipertesi che devono continuare le terapie in corso. La sospensione dell’ipotensivo rende instabile la pressione arteriosa con conseguenze serie come infarto e ictus.

# Io sto in corsia  #Tu rimani a casa

Riccardo Guglielmi – Giornalista scientifico del Corriere Nazionale

https://www.corrierenazionale.net/2020/03/15/lotta-al-covid-19-anticorpo-monoclonale-dallolanda-tocilizumab-a-napoli/

«Caos a Mater Dei»: ma quando mai, non sparate sulla Croce Rossa

Pronto soccorso e tutte le Unità operative pronte per l’emergenza urgenza

Grande è l’impegno degli operatori sanitari nella lotta al Coronavirus.

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L’Italia è all’avanguardia per il diritto all’informazione che, se pur non espressamente menzionato nella Carta costituzionale repubblicana, è legato alla libertà di manifestazione del pensiero definito dall’articolo 21 della costituzione italiana. La Corte costituzionale con la sentenza n. 420 del 7 dicembre 1994, ha dichiarato che è necessario “garantire il massimo di pluralismo esterno, al fine di soddisfare, attraverso una pluralità di voci concorrenti, il diritto del cittadino all’informazione”.

Dal pluralismo al diritto di cronaca il passo è breve. Ma gli attori del servizio comunicativo, carta stampata, rete e televisione, devono attenersi a regole, che si ispirano all’etica, alla verità, all’esattezza, alla trasparenza e al controllo delle fonti. L’attuale congiuntura è caratterizzata da una guerra contro un nemico invisibile, imprevedibile, feroce, il Coronavirus. Gli operatori sanitario di ogni ordine e grado del Sistema sanitario nazionale da mesi, su un fronte esteso a tutta la nazione, combattono con coraggio, abnegazione e senso del dovere con la certezza che la vittoria è vicina. Il rispetto che deve essere attribuito a queste donne e  a questi uomini ora deve essere altissimo e non deve intaccare professionalità, competenze e di conseguenza le strutture nelle quali operano. Una notizia corretta deve essere imparziale, non deve fare pubblicità o creare false speranze; non deve creare allarme in pubblico esposto, in questo momento, a grosse fragilità. Scrivere che c’è « caos alla Mater di Bari» la struttura che dobbiamo considerare risorsa per il Servizio sanitario regionale, considerata la quantità e qualità di assistenza, il numero dei posti di lavoro, fa un torto, per palese inesattezza e pretestuosità, a medici, infermieri, tecnici, dirigenti, amministratori e crea angoscia nella popolazione.

Non esiste alcun caos. Al di là degli aspetti amministrativi e penali verso chi, con tutte le attenuanti del caso, ha innescato il problema, la giovane mamma che ha partorito, omettendo la provenienza da città del Nord, risultata positiva al Covid-19, tutte le procedure messe in campo dalle dirigenze della Clinica, sono andate nella direzione giusta, grazie alla competenza ed esperienza del Direttore sanitario e del suo staff. Corretta catena di comando, immediata identificazione delle problematiche, messa in campo di soluzioni efficienti ed efficaci (controllo del personale, sanificazione, corretto isolamento e non « zona rossa» ) sono state le procedure adottate in tempi brevi. Non c’è stato  caos, né creato panico nei lavoratori. Alla giusta paura iniziale, la razionalità ha messo in atto i meccanismi di allarme idonei a fronteggiare la situazione. La conseguenza è che non c’è stata  interruzione dei servizi. Mater Dei Hospital è una struttura accredita con il Servizio sanitario regionale e se non si vuole etichettare “pubblica” è nella sostanza di “pubblica utilità”. Le attività ordinarie sono state sospese sino al 31 marzo in esecuzione da quanto stabilito dalla Regione Puglia su tutto il territorio regionale. Invariata rimane la tutela per i pazienti oncologici, la Cardiologia con l’emodinamica resta inserita nella rete dell’infarto, tutte le Unità operative sono allertate per l’emergenza – urgenza. I militari sanno cos’è il fuoco amico, ma non si aspettano che qualcuno spari sulla Croce Rossa. Non esiste il solo Coronavirus, tutte le altre patologie continuano e continueranno a far danni all’uomo perché non scioperano e non vanno in ferie.

Medici e infermieri italiani sono l’equivalente dei pompieri di New York dell’11 settembre 2011. Sono in prima linea, mettono a rischio vita e salute propria. Come per i pompieri ci sono già le prime vittime e lo stesso Vice ministro alla salute, Pierpaolo Sileri, medico anch’esso, pur contagiato, continua a lavorare in isolamento. È il momento che il mondo dell’informazione e la politica tuteli gli operatori della salute, li faccia lavorare in tranquillità, senza il timore di immeritate contestazioni e futuri contenziosi medico legali.

Le donne e gli uomini di Mater Dei Hospital, pur attendendo scuse, non hanno il tempo di star dietro a notizie imparziali e ingannevoli. “Non ragionar di lor ma guarda e passa” scrisse Dante. Come ieri e oggi, domani cureranno quanti chiedono loro aiuto con competenza e professionalità, senza negare sorriso e leggerezza. Al doveroso rispetto per tutto il pianeta della sanità nazionale è cosa buona e giusta aggiungere un meritato “Grazie per tutto quello che state facendo”.

# Iostoincorsia

#Turimaniacasa

Riccardo Guglielmi – Giornalista scientifico del Corriere Nazionale

https://www.corrierenazionale.net/2020/03/14/caos-a-mater-dei-ma-quando-mai-non-sparate-sulla-croce-rossa/