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Sanità senza tutele: degrado, immondizia, pozze d’acqua nel Policlinico di Bari

Tanti i disagi per operatori e cittadini

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L’ingresso in un ospedale per i non addetti ai lavori genera incertezza e paura, ma deve creare un’assoluta sensazione di sicurezza. Noi affidiamo la salute nostra e dei nostri cari a donne e uomini che lottano in ogni ora del giorno e della notte per garantirci la messa in sicurezza del corpo e della psiche. Dobbiamo pensare alla nave in avaria, magari sfuggita alla tempesta alle spalle che entra nel porto.

Purtroppo questo non accade più nel Policlinico di Bari. Grande rispetto e comprensione sono e saranno riservate a medici e infermieri la cui professionalità e lo spirito di servizio non sono in discussione. Purtroppo, oberati da carichi di lavoro sempre più intensi e avviluppati dalla burocrazia, ci appaiono “sull’orlo di una crisi di nervi”.  Politici e amministratori tentano di scaricare su figure professionali che andrebbero al contrario, incoraggiate in progressione economica e carriera, le tante criticità derivanti da burocrazia, piani di rientro, blocchi del turnover, chiusura di ospedali periferici, riduzioni di reparti e posti letto. Logistica e gestione non sono più di casa in un ente che è Azienda Ospedaliera Universitaria.

L’Ospedale è da anni un cantiere perenne. Il degrado della viabilità interna è sotto gli occhi di tutti. Ci sono meno auto parcheggiate, non entrano più le vetture dei dipendenti anche in urgenza e si entra solo con permessi speciali, ma bastano poche gocce di pioggia per trasformare in pantani i viali. Se non si prenderanno provvedimenti saranno presto necessari mezzi anfibi. Una sola auto funge da navetta interna per la movimentazione di utenti con ridotte capacità motorie. Ascensori che non funzionano nell’autosilo, segnaletica carente, sporcizia, mancanza di controlli, disagio per ammalati e familiari sono all’ordine del giorno.

Il Pronto Soccorso è diventato un girone dantesco; è sovraffollato in tutte le ore del giorno e della notte e sono segnalati casi di persone che attendono anche 20 ore prima di essere assistite o ricoverate in situazione precaria; posti letto pochi, richiesta e necessità di ricovero tante. Accedi al sognato ricovero solo se alzi la voce, minacci denunce, sbandieri parentele o per intercessione di qualche anima buona.

Le immagini sconvolgenti che sono allegate lasciano allibiti giacché, nel XXI secolo, le condizioni della viabilità interna e quelle igieniche sembrano essere medievali. L’elenco delle situazioni degradanti all’esterno degli edifici che dovrebbero garantire pulizia ed efficienza per i malati è impressionante. Immondizia non raccolta, ratti che passeggiano nelle scale o sui davanzali delle finestre, mozziconi e sporcizia prima di entrare nei reparti, familiari trasformati in ausiliari che spingono barelle e sedie a rotelle. A questo aggiungiamo cani randagi nelle ore serali e notturne, bagni allagati, muri e finestre rotte, formiche che camminano addosso ai pazienti, corridoi di servizio abbandonati e vani tecnici prospicienti ai terrazzi trasformati in dormitori notturni per senza fissa dimora.

Il degrado è tanto, lo sconforto dei dipendenti è preoccupante, il menefreghismo di chi comanda è palese. Saremmo giunti a questa situazione se ci fosse stato un vero controllo da parte di chi ha il dovere del bene pubblico. Sicuramente no perché la politica da anni nella nostra Regione ha abdicato al ruolo strategico d’indirizzo, ma si è arroga, senza avere capacità, quello gestionale.

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redazione@corrierenazionale.net

67 articolo 2017 – Foto e pubblicazione su il Corriere Nazionale.net  6 novembre 2017

http://www.corrierenazionale.net/2017/11/06/sanita-senza-tutele-degrado-immondizia-pozze-dacqua-nel-policlinico-di-bari/

“Caro Riccardo, bisogna avere il coraggio della denuncia e la forza della proposta. Tu dimostri di averli entrambi. Un abbraccio” – Commento di Alberto Tedesco su Whatsapp

A seguire lettera aperta del direttore de il Corriere Nazionale.net del 9 novembre 2017  http://www.corrierenazionale.net/2017/11/09/lettera-al-direttore-dellazienda-ospedaliera-policlinico-di-bari/

Aperta all’Oncologico di Bari l’Unità operativa Don Tonino Bello

Presa in carico globale del paziente oncologico per meno burocrazia, cure efficaci e più umane

Oncologico Bari

Di   Riccardo Guglielmi

 Bari– Inaugurata in data 25 ottobre presso l’Ospedale IRCCS Giovanni Paolo II l’Unità operativa complessa Don Tonino Bello. La nuova Unità Operativa, diretta dal prof. Gennaro Palmiotti, primario di lungo corso presso l’Ospedale Di Venere, ha lo scopo di “porre al centro la persona con il cancro”.

«Prendere in carico globale il paziente oncologico – afferma Gennaro Palmiotti – significa ridurre i disagi fisici e psicologici del malato e dei familiari, annullare burocrazia, velocizzare i percorsi diagnostici, concordare terapie con altri specialisti e favorire i controlli nel tempo. Efficienza organizzativa, efficacia nei trattamenti, umanizzazione delle cure sono i valori aggiunti che dovranno contraddistinguere questa nuova unità di oncologia e annullare la mobilità attiva, cioè viaggi della speranza in altre regioni».

Si respira un’aria nuova nell’Ospedale a carattere scientifico Giovanni Paolo II grazie alla Direzione generale di Antonio Delvino. Potenziamento con l’ingresso di nuovi professionisti e creazione di reparti sono le risposte vincenti alla scommessa di saper conciliare le rigide regole di bilancio con le giuste attese di servizi della comunità.

«Intestare la struttura a Don Tonino Bello – commenta Don Mario Persano, il cappellano dell’oncologico – significa far ricordare l’esempio e l’opera di un grande prete, di un grande vescovo che ha saputo affrontare la propria grave patologia neoplastica, dimostrando che amore e fede non rendono mai solo l’uomo e lo aiutano nella sofferenza e nel dolore».

Le tecnologie avanzate stanno fornendo nuove armi alla guerra contro il cancro. Le terapie immunologiche in un futuro sempre più prossimo si affiancheranno alla collaudata chirurgia, chemio e radioterapia, alle tecniche termo ablative e alle più recenti terapie ormonali. Leucemie e linfomi già cominciano a essere trattate con le stesse cellule immunitarie del paziente che una volta estratte e modificate diventano proiettili che colpiranno le cellule tumorali lasciando in vita quelle sane. Questa è la risposta della scienza, ma se vogliamo viva e vitale la santa alleanza tra operatori sanitari e malati, la politica locale dovrebbe prevedere, in controtendenza, aumento di posti letto, maggiori assunzioni e progetti per la prevenzione e il trasporto solidale delle persone con patologie croniche, delicate e cariche di tensioni.

Alla cerimonia era presente l’attore e regista Sergio Rubini, sempre sensibile e vicino alle associazioni del volontariato che offrono aiuto a chi soffre.

sergio rubini

Per approfondimenti seguite il servizio e le interviste di Cristina Negro, operatore Fabio Pelillo, su Mediterranea TV, canale 214 del DT.

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62 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/10/25/aperta-alloncologico-di-bari-lunita-operativa-don-tonino-bello/

Tutti sotto la Regione Puglia. I medici chiamano all’adunata

Sanità regionale tritatutele: il 10 novembre i medici scendono in piazza per difendere un diritto di tutti e non un privilegio per pochi.

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Di   Riccardo Guglielmi

Il presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, Filippo Anelli, con una lettera aperta invita agli iscritti e ai sindacati di categoria, chiama i colleghi a un’adunata e invita la cittadinanza attiva a una manifestazione unitaria venerdì 10 novembre, dalle ore 13 alle 17, in via  Capruzzi davanti alla sede del Consiglio regionale. Obiettivo è la difesa della salute di tutti con una sanità migliore. E’ un periodo storico difficile per la professione medica. Criticità da affrontare ogni giorno, frutto di scelte unilaterali del potere che nascondono la volontà di smantellare il ruolo sociale delle professioni intellettuali per ricondurle nell’alveo di quelle tecniche come quelle infermieristiche e con l’obiettivo finale di eliminare chirurgicamente quella libertà dell’essere medico fraintesa come diritto di casta o privilegio.

“Il medico è imbrigliato  in una serie di regole e di limitazioni- scrive Anelli-  che agiscono su più livelli, per esempio con atti amministrativi che lo costringono a subire vincoli pesantissimi all’esercizio professionale, con proposte di legge che esplicitamente cancellano la parola libertà dall’esercizio professionale (vedi l’art. 2 del Ddl sulle Dat) oppure gli impongono limitazioni e condizionamenti nelle prescrizioni diagnostiche (Decreto Lorenzin) e terapeutiche (indicazioni Aifa) in nome della scienza e dell’appropriatezza”.

Accorato, è l’appello contro la politica regionale che, non coinvolgendo la classe medica nelle scelte di programma, ha prodotto ripercussioni negative sulla tutela del diritto di salute dei cittadini pugliesi. Il segno meno trionfa nella sanità della Puglia. Meno 800.milioni di euro/anno dal fondo sanitario nazionale, meno 1800 posti letto, meno e 15000 addetti alla sanità rispetto all’Emilia e Romagna che ha lo stesso numero di abitanti. Anni di piani di recupero, tagli, tetti di spesa, accorpamento di reparti, blocco del turnover, mancate assunzioni nei settori dell’emergenza urgenza, aumento dei carichi di lavoro, delibere di regolamentazione del lavoro, trasformano corsie e i Pronto Soccorso degli Ospedali in gironi danteschi con conseguente abbassamento della qualità dell’assistenza e della sicurezza per utenti e operatori. Se l’assistenza ospedaliera piange, ricordate Sparta e Atene, quella territoriale e di base non ridono. Non è infrequente osservare medici sull’orlo di una crisi di nervi. Mancanze di risorse, burocrazia, limiti della libertà prescrittiva, piani terapeutici, assenza di sicurezza e violenze di ogni tipo nelle sedi delle guardie mediche umiliano ogni giorno quanti offrono aiuto a chi soffre.  Niente assunzioni, mancato aumento degli ingressi ai corsi di Medicina generale creano oggi disoccupazione con conseguente fuga dei cervelli e, nel futuro, carenza di medici che, se associata a quella degli ospedalieri, porterà a una diminuzione degli organici nazionali a oltre 65.000 unità nel prossimo decennio.

I medici, rivendicando il proprio ruolo, si accingono alla lotta non per difendere privilegi di categoria ma per la difesa della salute dei pugliesi. Salute sì, burocrazia no, meno tagli e più risorse, rispetto per il cittadino medico e per la persona malata; ecco gli elementi per una sanità appropriata, efficiente, efficace, di qualità e più umana. La parte politica si è sempre mostrata assente alle richieste dei medici d’incontri e aperture di tavoli di trattativa.

Prossimi aggiornamenti su Mediterranea TV canale 214 del DT

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65 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/11/03/i-medici-chiamano-alladunata-tutti-sotto-la-regione-puglia/

Meno rischi e disagi per le donne cardiopatiche con “see&treat”

Raschiamento alla cieca addio

Guglielmi Trojano Chirurgia isteroscopica

Ginecologi a confronto per una chirurgia più sicura e senza cicatrici esterne

Bari – Sabato 21 ottobre, ore 8.15-18.00, una task force di ginecologi si è riunita presso il Nicolaus Hotel per confrontare esperienze e competenze sulle moderne e innovative procedure, Video e Highlights in chirurgia isteroscopica.

La salute della donna sarà più garantita, senza raschiamenti alla cieca, dalla visione diretta e dal trattamento chirurgico immediato in ambulatorio, senza esiti cicatriziali esterni o rischi legati all’anestesia generale.

La miniaturizzazione degli strumenti, la professionalità dei medici dell’ambulatorio d’isteroscopia pertinente all’Unità operativa complessa di Ginecologia II del Policlinico di Bari, diretta da Ettore Cicinelli e l’esperienza maturata dagli anni 90 con l’isteroscopia finalizzata alla diagnosi e alla biopsia mirata, permettono il trattamento di patologie interne alla cavità uterina anche complesse.

«I più comuni interventi – afferma Oronzo Ceci, Professore aggregato della II UO Ginecologia e Ostetricia UNIBA – comprendono la biopsia dell’endometrio, la rimozione di polipi (polipectomia), leiomiomi (miomectomia), la correzione di difetti malformativi uterini (per es. l’utero setto corretto con un intervento di metroplastica), l’eliminazione di aderenze intrauterine (adesiolisi) e di residui di materiale deciduo-placentare adeso alle pareti uterine. Una nuova applicazione consiste nell’introduzione di piccole spirali al titanio all’interno degli osti tubarici a fini contraccettivi. ».

«La procedura “see&treat” (vedere e trattare) – commenta Vito Trojano, direttore Dipartimento donna Mater Dei Hospital di Bari e Presidente onorario dell’evento con Ettore Cicinelli – garantisce un rapido ritorno alla vita familiare o lavorativa, evita il ricovero con notevole riduzione dei costi legati alle giornate di degenza».

L’ecografia e l’isteroscopia sono gli elementi portanti per una procedura chirurgica ambulatoriale. L’utilizzo della sala operatoria e dell’anestesia generale sono riservate alla rimozione di polipi e leiomiomi superiori ai 2 cm, o per condizioni cliniche proprie della paziente (utero stenotico, gravi patologie cardiovascolari, terapie anticoagulanti in atto, forte componente emotiva).

Il corso, articolato in 3 sessioni, ha validità formativa.

Per approfondimenti seguite su Mediterranea TV, canale 214 del DT, le interviste di Cristina Negro, operatore Fabio Pelillo, ai prof.ri Giovanni Battista La Sala, Roberto Liguori, Vito Trojano e Oronzo Ceci.

 Clicca per Video del servizio

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61 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/10/21/vedo-e-tratto-raschiamento-alla-cieca-addio/

Orologio biologico e moscerino della frutta. Nobel per la Medicina a tre genetisti USA

Lavorare di notte non fa tanto bene alla salute

 Nobel Medicina 2017

Nobel a tre cronobiologi genetisti che hanno scoperto il meccanismo molecolare del ritmo circadiano . La ricerca è stata condotta sul moscerino della frutta che da decenni è insostituibile per la ricerca. Uno degli animali più piccoli ha i cromosomi più grandi. La Drosophila melanogaster.

Per ritmo circadiano s’intende quel “ticchettio” interno al nostro organismo che regola per esempio i ritmi di sonno e veglia, metabolismo, temperatura corporea, rilascio di ormoni, comportamento alimentare nell’arco delle 24 ore. La cronobiologia è la scienza che studia questi meccanismi. Questo è il tema che è valso il Premio Nobel 2017 per la Medicina a Jeffrey Hall, Michael Rosbash Michael W. Young. Rispettivamente classe 1945, 1944 e 1949, i tre ricercatori americani hanno dimostrato, dagli anni ’80, quali sono i meccanismi alla base del ritmo circadiano, il nostro orologio biologico interno, partendo da un piccolo esserino, il moscerino della frutta.

Il primo a intuire l’esistenza di un orologio biologico fu l’astronomo francese Jean Jacques d’Ortous de Mairan, nel XVIII Secolo, attraverso l’osservazione delle piante di mimosa. Si accorse, infatti, che le foglie della pianta si aprivano di giorno e si chiudevano di notte ma, tramite un esperimento, scoprì che lo facevano anche in assenza di luce diretta, segno questo della presenza di un meccanismo interno alle cellule che regolava questo processo.

I tre scienziati neopremiati, nel corso dei loro studi, sono riusciti a isolare il gene, soprannominato poi period, scoperto da Benzer e Konopka negli anni ’70 e responsabile dello scandire del tempo nel nostro orologio interno, dimostrando che questo codifica una proteina che si accumula nelle cellule durante la notte e si degrada di giorno. Da qui poi l’intuizione che piante, animali ed esseri umani sottendono tutti alle stesse regole di base che governano i ritmi vitali sincronizzandoli quindi con la rotazione della Terra.

Grazie a queste ricerche, gli studiosi di cronobiologia stanno oggi esplorando nuovi approcci a trattamenti basati sui ritmi circadiani che consentono di individuare i momenti migliori della giornata per assumere determinate terapie, per mangiare, bere, fare attività fisica e, naturalmente, dormire.

All’inizio i lavori pionieristici dei tre Nobel furono accolti con scetticismo dalla comunità scientifica.

 Un altro ricercatore, Satchidananda Panda, anch’egli non preso troppo sul serio dal National Institutes of Health American, dimostrò l’esistenza di legami tra metabolismo e orologio interno arrivando a dimostrare che se non si rispettano i normali ritmi biologici ne è compromessa la nostra salute, a volte anche in modo irreparabile. Quando il nostro orologio biologico va fuori fase, infatti, le ripercussioni possono essere di vario tipo, da semplice stanchezza e spossatezza, come ad esempio accade con il classico jet leg, a disturbi di ben altro calibro come depressione, malattie cardiache, obesità e diabete. Dobbiamo dire grazie a chi lavora di notte per la nostra salute e sicurezza. La prossima volta che incontrate un moscerino della frutta non uccidetelo; un giorno potreste dovergli la vostra vita.

56 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/10/03/orologio-biologico-e-moscerino-della-frutta-nobel-per-la-medicina-a-tre-genetisti-usa/

58 articolo 2017  http://www.corrierenazionale.net/2017/10/05/nobel-per-la-medicina-2017/