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Bari sede di Reggimento di Carabinieri

Consegna della Bandiera di Guerra al Colonnello Ceglie

Carabinieri Reggimento

Bari – Alle ore 11 del 18 settembre nella Caserma Tommaso Porcelli, via Fanelli 207, si è svolta la Cerimonia di consegna della Bandiera di Guerra dell’11 Battaglione Carabinieri “Puglia” al nuovo Comandante.

Alla presenza Generale Carlo Cettina, comandante dell’intera Brigata mobile dei Carabinieri, Il Col. Saverio Ceglie ha assunto il comando del reparto, elevato a Reggimento, in sostituzione del Ten. Con. Giuseppe Sportelli, promosso Comandante provinciale di Rimini. Nei 5 anni di comando a Bari, al Ten. Col. Sportelli, che ha all’attivo missioni in teatri fuori area, Balcani e Iraq, lo stesso Generale Carlo Cettina, più alta autorità militare dell’Arma presente alla cerimonia, ha riconosciuto il merito di aver saputo creare un collettivo efficiente ed efficace sempre pronto a partecipare, con uomini e mezzi, nei territori colpiti da calamità naturali, garantire ordine pubblico in manifestazioni come l’Expo di Milano e il G7 di Taormina, offrire supporto logistico per emergenze migranti, antiterrorismo e lotta alla criminalità.

Il cielo limpido, il ricordo dei caduti dell’Arma, le note dell’inno d’Italia e le parole del Comandante Sportelli hanno saputo trasmettere commozione e orgoglio nelle autorità e nei numerosi ospiti presenti.  Il Col. Saverio Ceglie, classe 1970, ha lasciato il comando provinciale di Nuoro ed è diventato il primo comandante del Reggimento Carabinieri Puglia.

53 articolo 2017  http://www.corrierenazionale.net/2017/09/18/bari-sede-di-reggimento-di-carabinieri/

 

Per vivere più a lungo

Alzati e non stare seduto per oltre 30 minuti . E’ una questione di zuccheri

Computer

Un uomo destinato a una carriera ineguagliabile e divina disse, oltre 2000 anni fa “Alzati e cammina” e Lazzaro ritornò in vita. Oggi secondo quanto rivelato da uno studio americano, pubblicato su gli Annals of Internal medicine, il rischio di morte precoce è più alto per chi rimane seduto per più di 30 minuti consecutivi senza intervalli di movimento. Se vuoi vivere più a lungo, devi alzarti e non stare troppo seduto.

Condotto da Keith Diaz della Columbia University di New York, lo studio ha seguito 8.000 adulti dai 45 anni in su ai quali è stato applicato un monitor per controllare le effettive ore quotidiane di sedentarietà. In media, durante un giorno “vissuto” di 16 ore, ossia senza contare le ore di sonno, la maggioranza dei partecipanti stava seduto circa 12 ore, in media 11 minuti alla volta senza intervalli.

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Dopo 4 anni dall’avvio dei test, 340 partecipanti erano morti, e i rischi di morte sono apparsi più alti per chi rimaneva seduto più a lungo. Senza distinzione di sesso, etnia, peso. I volontari che hanno evidenziato rischi maggiori di morte sono stati quelli che sedevano più di 30 minuti alla volta senza alzarsi.

L’autore principale, mette però le mani avanti, osservando che i dati dimostrano solo un’associazione tra lo stare seduti e le probabilità di morte anticipata, non una relazione di causa-effetto. ”Tra le cause dei rischi portati dalla sedentarietà – ha detto Diaz – s’ipotizza ci sia una relazione sulle modalità in cui l’organismo metabolizza gli zuccheri. L’ipotesi è che quando si sta seduti, il corpo non usi gli zuccheri a disposizione, creando una possibile cascata di effetti negativi”.

Il segreto di una vita più lunga sta nella lotta alla sedentarietà e nel praticare esercizio fisico sin dalla prima infanzia.

54 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/09/20/per-vivere-piu-a-lungo/

Educazione sessuale nelle scuole, docenti favorevoli

Ministero della Salute e Censis insieme per un obiettivo comune

 

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Stiamo facendo tutta una serie di azioni per rendere le persone consapevoli rispetto alla propria salute riproduttiva“. Con queste parole il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha inaugurato a Roma il 22 settembre la seconda Giornata nazionale d’informazione e formazione sulla salute riproduttiva. Dopo il discusso ‘Fertility day’, alla Lorenzin va il merito di aver realizzato nuovi Livelli essenziali d’assistenza, includendo la gratuità per la procreazione medicalmente assistita omologa ed eterologa e avviato le campagne di screening per la salute della donna e dell’uomo.

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Obiettivo è la prevenzione attraverso l’informazione su corretti stili di vita: lotta all’alcol, al fumo o a comportamenti alimentari non corretti. Anche la consapevolezza delle conseguenze di alcune malattie, varicocele e patologie sessualmente trasmesse, deve essere implementata a cominciare dai giovani.

Per l’occasione, è stato organizzato un workshop sul tema ‘Scienza e medicina per la salute riproduttiva’, riferito all’uomo e alla donna nelle diverse fasce di età, quale momento di confronto tra gli esperti in materia e i rappresentanti delle Direzioni generali del ministero che si occupano delle azioni ministeriali in corso. Tra gli esperti presenti anche Ketty Vaccaro, presidente dell’Health Web Observatory e responsabile Salute e Welfare del Censis, che ha proposto di introdurre l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole. Una materia così importante non può essere lasciata alla libera iniziativa degli istituti scolasti.

La proposta incontra esito favorevole tra gli insegnanti.

simona sisto

«Pienamente d’accordo – afferma Simona Sisto, docente di scuola primaria e collaboratrice del Dirigente scolastico presso il 2° circolo di Triggiano (BA)- perché l’iniziativa rivaluta il ruolo fondamentale della scuola.  Come docente sono pronta a trasmettere messaggi corretti ai giovani frequentemente esposti a fonti non idonee e scientificamente inesatte. L’educazione sessuale dovrebbe essere materia d’insegnamento sin dal quarto o quinto anno della scuola primaria; è quella l’età in cui i ragazzi si avvicinano con curiosità ai canali comunicativi dei vari aspetti della sessualità e della riproduzione».

55 articolo  http://www.corrierenazionale.net/2017/09/27/educazione-sessuale-nelle-scuole-docenti-favorevoli/

Grido di allarme dei medici pubblici italiani

La Sanità pubblica perderà in 10 anni oltre 60mila medici. Sono necessarie misure politiche urgenti

Bari capitale della formazione medica dal 15 al 16 settembre

Conferenza stampa

Bari 14 settembre 2017 – Si è svolta alle ore 12 presso la sede dell’Ordine dei Medici, in concomitanza con la riunione del Consiglio nazionale della FNOMCeO, la conferenza stampa di presentazione della Campagna di comunicazione sulla mancanza dei medici.

«Tra 10 anni saremo senza medici – è il grido di allarme di Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari- e drammatico diventa il ruolo dei giovani che dopo anni di studi anelano all’inserimento nel mondo del lavoro».

«Vogliamo una sanità regolare, universale, sostenibile e di qualità – è il monito di Roberta Chersevani, presidente FNOMCeO – e per questo è necessario fare chiarezza e aumentare le borse di studio per i giovani laureati che vogliono specializzarsi o prendere il percorso formativo della Medicina di base».

«La drammaticità  – commenta Roberto Stella, coordinatore Area Strategica Formazione della FNOMCeO  – è nei numeri; causa pensionamento tra  5 anni oltre 15mila medici usciranno dalla medicina di base. Se la politica non interviene, aumentando l’accesso dei giovani nel 2020, ci sarà un deficit di oltre 27mila unità».

E’ in atto una fuga di medici in area Europea o negli Usa, dove trovano situazioni lavorative vantaggiose sul piano economico e di crescita. Anche a livello ospedaliero la situazione non è rosea: corsie, sale operatorie, laboratori perderemo oltre 50mila medici. La soluzione è semplice. Sono necessarie misure politiche che garantisco turnover adeguato negli ospedali e aumentino il numero degli accessi alla medicina di base, fermo a 900 ingressi l’anno.

Carenza medici

Grande è l’impatto comunicativo dei manifesti che raffigurano medici, un uomo e una donna che ricordano, per le rughe o i capelli bianchi, una coppia di nonni pronti ad accompagnare i nipoti a scuola o al giardino e non professionisti in piena attività.

Nella seconda parte della conferenza stampa Franco Lavalle, vice presidente dell’Ordine dei Medici di Bari, ha presentato la terza edizione delle Giornate di approfondimento sulla formazione del medico che si terrà nel Castello Svevo di Bari con inizio ore 15 del 15 settembre e terminerà alle ore 14.30 di sabato 16.

52 articolo http://www.corrierenazionale.net/2017/09/14/grido-di-allarme-dei-medici-pubblici-italiani/

Apnee notturne e malattie correlate

E’ nato prima l’uovo o la gallina

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E’ noto da anni che la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS) oltre al russamento,  è correlata all’obesità, a un maggiore rischio di diabete e di malattie cardiache. Ma sono le apnee notturne a dare problemi di salute o viceversa?

Per dare una risposta al quesito, i ricercatori della Johns Hopkins University School of Medicine hanno prelevato il sangue di 31 pazienti con apnee notturne mentre dormivano e ne hanno analizzato i livelli di acidi grassi, di glucosio, di insulina e cortisolo, l’ormone associato allo stress. La ricerca che ha coinvolto persone con un’età media di 51 anni e un indice di massa corporeo associato all’obesità, è stato condotto nell dipartimento di medicina del sonno del Johns Hopkins Bayview Medical Center. Tutte le notti sono stati raccolti dati sulle onde cerebrali, i livelli di ossigeno nel sangue, i movimenti degli occhi e delle gambe compiuti dai pazienti nel sonno.

Il monitoraggio è avvenuto a ritmi serrati: i dati venivano raccolti ogni 20 minuti a partire dalle 9 di sera fino alle 6 e 40 del mattino. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: alcuni pazienti usavano la ventilazione meccanica a pressione positiva continua (Cpap, acronimo di Continuous Positive Airway Pressure), il macchinario che facilita il respiro notturno, mentre altri avevano sospeso la ventilazione meccanica per due notti consecutive prima di essere sottoposti alle analisi.

Gli esperti di medicina del sonno hanno osservato che la sospensione del trattamento con Cpap provocava una serie di conseguenze, tra cui interruzione del sonno, accelerazione del battito cardiaco e riduzione del livello di ossigeno nel sangue. I pazienti che affrontavano la notte senza l’aiuto del macchinario mostravano inoltre valori più elevati di acidi grassi, di glucosio e di cortisolo nel sangue e un aumento della pressione sanguigna. Ma c’è dell’altro. Nel gruppo di persone private del sistema di ventilazione meccanico i ricercatori hanno osservato una maggiore rigidità delle arterie al mattino rispetto ai pazienti che hanno respirato meglio durante la notte grazie al dispositivo.

«Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Epidemiology e Lancet Respiratory Medicine – riferisce Cesare Arezzo, dirigente medico Pneumologia Ospedale San Paolo di Bari, esperto nazionale della Sindrome delle apnee notturne – dimostra per la prima volta che le apnee notturne possono direttamente peggiorare le condizioni metaboliche legate al diabete e malattie cardiovascolari, ipertensione arteriosa alta e rigidità vascolare».

49 articolo http://www.corrierenazionale.net/2017/09/06/apnee-notturne-e-malattie-correlate/