La crisi finanziaria, ormai in atto, non riguarda solo i paesi in via di sviluppo ma tutto il pianeta per la globalizzazione dei mercati. Paradossalmente è cominciata proprio negli stati che per storia, per tradizione, per risorse accumulate, sembravano esserne immuni. Le economie più giovani, proprio di quei paesi che sino a pochi anni orsono erano lontani dal benessere occidentale, si stanno prodigando per non far crollare gli stati in crisi, non certo per carità cristiana, ma per limitare i danni al proprio sistema economico e non essere trascinati nuovamente nell’abisso della povertà. Quando c’è stata crisi economica si è sempre intervenuto nel ridurre la spesa previdenziale ed assistenziale, con conseguenze negative sulla salute.
Un recente report dell’OMS, pubblicato a gennaio 2009, affronta il tema della crisi economica e finanziaria mondiale e il potenziale impatto negativo sulla spesa sanitaria, sull’organizzazione dei sistemi sanitari, sui modelli di stile di vita ed in ultima analisi sugli esiti sanitari in maniera diversa dal passato. Con grande stupore sono proposti investimenti sul “sistema salute” ed una attenta vigilanza per cogliere la comparsa di eventuali segni premonitori negativi. Tutti i paesi del mondo, ma alcuni in particolare, quelli poco abituati ai sacrifici, risentiranno di questa preoccupante situazione, esponendo a rischio le popolazioni più vulnerabili ed incrementando il fenomeno della povertà. La povertà, io credo, è il fattore di rischio più significativo per l’insorgenza, lo sviluppo e la diffusione delle malattie, anche se non è scritto nei sacri testi scientifici. Qualcuno direbbe che con la povertà diminuiscono le malattie cardiovascolari. Nel passato era così, ma il presente dimostra che, se le risorse familiari sono poche, diminuisce la qualità dei cibi, vi è un minore consumo di frutta e verdura, aumenta l’assunzione di cibi a poco prezzo ricchi di grassi saturi, aumenta il consumo di alcolici e tabacco. Negli USA l’obesità è la caratteristica delle classi più povere. Tutto questo per auspicare un forte senso di solidarietà tra istituzioni politiche/governi e società civile e cittadini tutti. Solidarietà come vera arma vincente. Solidarietà non come pacca sulla spalla ma come messa in campo di risorse vere.
Contrariamente a quanto è avvenuto in occasione di passate crisi economiche, la proposta è di incrementare il budget destinato alla salute, investimento che è stato dimostrato indurre significativi benefici economici. Naturalmente la spesa sanitaria deve orientarsi a una maggiore efficacia ed efficienza, specialmente nel settore pubblico, sottoposto in queste circostanze a una maggiore domanda.
Le aree di intervento per limitare le conseguenze sulla salute, proposte dal report dell’OMS, sono cinque:
1. leadership: le autorità nel settore della salute, a livello nazionale e nelle regioni, debbono farsi carico di queste problematiche
2. monitoraggio dei dati informativi e loro analisi: questo rappresenta un punto fondamentale per affrontare con razionalità e cognizione di causa i problemi emergenti (in particolare, costi e accessibilità ai farmaci)
3. aumento della spesa pubblica, per far fronte ai fenomeni di povertà e migliorare lo stato di salute
4. equità di accesso ai sistemi sanitari, solidarietà e universalità, intesi quali ‘valori base’ su cui vigilare
5. ottimizzazione della spesa sanitaria, evitando sprechi e duplicazioni, migliorando le sinergie, investendo in misure preventive. Il dibattito è appena iniziato, ma il livello di attenzione a queste tematiche non potrà che aumentare nei prossimi mesi anche nel nostro paese.
Solidarietà, umanità, gestione oculata delle poche risorse a disposizione con attenzione al risparmio sulla spesa farmaceutica, sulla diagnostica e sulle ospedalizzazioni. Meno tecnologia ma più semeiotica e clinica. Rigore ed etica nel saper ridurre la richiesta dell’utenza. Questi saranno i principi a cui dovrà ispirarsi il medico nel periodo della crisi finanziaria planetaria a cui stiamo andando incontro.
Riferimento (The financial crisis and global health. Report of World Health Organization. 19 January 2009)
Bari 21/03/09
Riccardo Guglielmi