Il riciclo dei rifiuti cellulari curerà cancro, Alzheimer, Parkinson e diabete
Di Riccardo Guglielmi
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Assegnato a Yoshinori Ohsumi il premio Nobel per la medicina 2016. Il biologo giapponese, classe 1945, è stato premiato per le sue scoperte sui meccanismi dell’autofagia, dal greco mangiare se stesso, un processo fondamentale, conosciuto da oltre cinquant’anni, che permette alle cellule di riciclarsi, rinnovarsi e trasformare gli scarti in energia.
Nuove possibilità si aprono per curare cancro, Parkinson, Alzheimer e diabete tipo2, malattie nelle quali è alterato il meccanismo dell’autofagia. Una forma di cannibalismo messo in atto su cellule alterate che permette al corpo umano di difendersi.
Oshumi, grazie ai suoi originali esperimenti con i lieviti e poi sull’uomo, ha individuato i geni all’origine dell’autofagia e compreso i dettagli del suo funzionamento.
«Grazie a lui e ad altri che hanno seguito i suoi passi, – ha dichiarato l’Assemblea dei Nobel, sappiamo ora che l’autofagia controlla importanti funzioni fisiologiche là dove gli elementi delle cellule devono essere degradati e riciclati».
Il corpo umano si sa curare con il riciclo: l’organismo mangia le cellule colpite da virus e batteri, bruciano gli scarti e produce energia per ricostruire i mattoni che serviranno a rinnovare i componenti cellulari. Grazie all’autofagia le cellule si differenziano per contribuire al sano sviluppo embrionale e alla differenziazione cellulare. Le cellule usano l’autofagia anche per contrastare l’invecchiamento.
Già s’intravede lo sviluppo futuro di questa scoperta: individuare farmaci in grado intervenire su questo sofisticato processo di smaltimento e riciclo dei rifiuti.
Al vincitore, scelto tra 273 candidati, va un premio in denaro di 830 mila euro.
Riccardo Guglielmi