E’ quanto sostenuto in un recente studio coordinato da Ateev Mehrotra, analista e ricercatore della Rand Corporation presso l’Università di Pittsburgh. Medici giovani o appena formati, prescrivono molte indagini diagnostiche o medicinali più cari, rispetto ai colleghi con più anni di pratica. Ciò fa lievitare i costi dell’atto medico. I profili di spesa sanitaria sono stati estratti dai dati riguardanti oltre 1 milione di persone residenti nel Massachusetts assistite da 12.000 medici. Sono stati catalogati 600 “episodi di cura” secondo la patologia, la gravità e le procedure eseguite, mentre i medici sono stati suddivisi secondo l’anzianità di servizio. I dottori con meno di 10 anni di attività professionale determinavano costi di esercizio degli episodi di cura superiori al 13,2% rispetto ai colleghi con 40 o più anni di pratica. Anche la fascia tra i 10 -19 anni era responsabile di un aumento del 10% della spesa per prescrizioni terapeutiche e diagnostiche. Tale percentuale si riduceva progressivamente con l’aumentare degli anni di esperienza dei medici curanti. Nessun rapporto con i vissuti degli operatori, per esempio, provvedimenti disciplinari o segnalazioni di negligenza. Indifferente la sede di esercizio professionale. Solo gli anni di pratica facevano la differenza. I ricercatori sono andati oltre. A una spesa maggiore non si associava migliore qualità di cura, anzi l’esatto contrario. Il prof. Ateev Mehrotra dimostra, con il suo studio, che il medico è anche un attore di spesa e che l’esperienza rappresenta un valore aggiunto per la razionale gestione delle risorse.
Non dobbiamo tuttavia fermarci all’elencazione di fredde cifre. Il medico più giovane è il figlio dei tempi, dove la gestione economica della sanità non era molto presa in considerazione. La formazione universitaria, anche attuale, non insegna le regole base dell’economia applicata alla sanità e non vi è tempo da dedicare alla vecchia e sempre valida semeiotica. Il giovane è più attratto dalle nuove tecnologie, il cui rovescio della medaglia sono gli alti costi. L’insicurezza è mascherata da atteggiamenti aggressivi nella cura o da ricorsi alla medicina difensiva. La richiesta esagerata di consulenze è legata alla speranza di suddivisione del rischio clinico in caso di contenzioso medico legale.
In conclusione è alla formazione universitaria e post-universitaria il compito di rendere il giovane dottore, l’attento amministratore di quelle risorse economiche che saranno sempre più ridotte. Obiettivo sarà ridurre il divario tra medico con minore esperienza “cicala” e quello avanti negli anni ma con esperienza maggiore “formica”.
Fonte: Ateev Mehrotra et al. Health Affairs 2012; 31: 2453
M.P.H., University of California, Berkeley; M.D., University of California, San Francisco; M.Sc. in epidemiology, Harvard School of Public Health