Il prof. Paolo Rizzon, a Bari dal 1957, allievo del Prof. Lenègre, fondatore della Scuola di Cardiologia che dall’ateneo barese si è propagata nelle università e negli ospedali italiani, Ordinario sino al 2004, negli anni 1966-67 ha perfezionato i suoi studi presso l’Università di Pretoria dove il Prof.Barlow aveva stabilito il rapporto patogenetico tra il prolasso della mitrale, diagnosticato con la tecnica invasiva del cateterismo cardiaco, in quegli anni l’ecocardiografica non esisteva, ed i reperti stetoacustici del click mesosistolico e del soffio telesistolico.
Negli anni successivi il prof. Rizzon ed il suoi allievi hanno portato avanti la ricerca sulla Sindrome del Prolasso della Mitrale, rilevandone l’origine familiare, documentandone l’incidenza del 1,56% nella popolazione studiata e sviluppando livelli di competenza ed eccellenza riconosciuti in tutti il mondo.
Per gentile concessione dello stesso prof. Rizzon in queste pagine elettroniche è riportata “una lezione magistrale” scritta in versi nel 1969, nella quale l’autore, immedesimatosi tanto nella malattia, le da vita e ne parla in prima persona.
Ballata del clik mesosistolico e del soffio telesistolico
Eccomi qui
io sono il click mesosistolico
che annuncia il soffio telesistolico
e qualche volta l’honk.
Se sgonfi il petto
o salti giù in piedi dal letto
io mi rinforzo.
Mi faccio piccino
se t’accovacci
o riempi i polmoni.
Se poi inali il nitrito di amile
perdo la testa
e non so quel che faccio.
Fui maltrattato
dai grandi francesi
e Mc Kusick non fu da meno
quando mi dissero extracardiaco
figlio di pleura
e di pericardio.
Poi venne un certo
Reid dal Sud Africa
e poco dopo il grande Barlow
che discopersero i miei natali.
Fui presentato
con risonanza
alla gran corte
dei maghi del cuore
in Nuova Delhy
come il figliolo
della mitrale
che si prolassa
molle nell’atrio
ove si apre
insufficiente
verso la fine
della sistole.
L’angio lo dice
conferma è l’eco.
Ancor non è
del tutto chiaro
se mi sia padre,
o sol padrino,
il gran ventricolo,
quel di sinistra,
che par contrarsi
in modo strano.
Do il batticuore
e un po’ d’affanno
e se mi arrabbio
qualche dolore
alla punta del cuore
delle fanciulle,
specie se bionde,
ma non disdegno
l’adulto o il vecchietto.
Al mio cospetto
le onde T
diventan piatte
e, qualche volta,
anche se invertite
come soffrissero
di un po’ di angina;
e c’è qualcuno,
un po’ sprovveduto,
che grida allarmato:
all’infarto, all’infarto!
Ma come è noto,
generalmente
sono innocente.
Solo di rado
per colpa mia
vien la febbricola
verde ma mite
che non s’inchina
alla penicillina.
E se si rompe
qualche cordina
posso anche dare
un certo scompenso.
Di tanto in tanto,
qualche maligno
osa insinuare
che mi diverto
sadicamente
a far fibrillare
subitamente
i due ventricoli
con conseguenze
piuttosto funeste.
Questa è, Signori,
la mia vera storia
detta con rime
di poco valore,
ma io l’affido…
al vostro buon cuore
Fonte “Storia della Cardiologia nell’Università di Bari.
Dal prof.Virgilio Chini al 2004” Ed. Florestano-Settembre 2009
Al prof. Paolo Rizzon, mio maestro.
Con stima e gratitudine – Riccardo Guglielmi