Molti lettori di questa rivista mi hanno chiesto di rispondere al quesito se nei fumatori l’esercizio fisico annulli i danni prodotti nell’organismo dalle sigarette. Potrei rispondere elencando una lunga serie di evidenze scientifiche riportate in letteratura, ma mi è sembrato più pratico e, spero più efficace, dare una risposta legata all’esperienza e alla pratica professionale quotidiana. La considerazione di partenza è che i fumatori sono consapevoli di arrecare un danno al proprio corpo. Se la conoscenza di un problema è il primo passo per la sua risoluzione, il messaggio dovrà essere semplice e positivo.
Fumo e sport rappresentano due comportamenti di stili di vita inconciliabili tra loro. Sono due entità che non potranno mai formare una coppia. Fumare modifica negativamente qualsiasi performance sportiva e l’esercizio fisico non protegge dal rischio di sviluppare una neoplasia polmonare nei fumatori abituali. Lo sport vuol dire vita e l’esercizio fisico ispira libertà, bellezza e divertimento. L’esercizio fisico aiuta a raggiungere un migliore stato di benessere sia fisico sia psichico. Al contrario, il fumo di sigaretta e il consumo di tutti i prodotti a base di tabacco sono cause di malattie cardiovascolari, polmonari, tumorali e di morte. Tutti gli elementi contenuti nella sigaretta sono dannosi. I prodotti di combustione del tabacco e della carta sono cancerogeni, il monossido di carbonio crea cattiva ossigenazione del sangue, la nicotina effetti sull’apparato cardiovascolare e nervoso. Da problemi immediati, tipo affanno e fiato corto a problemi duraturi per il danno su tutti gli organi e gli apparati. Anche la funzione sessuale è compromessa. Chi pratica attività sportiva a qualsiasi livello, agonistico o ludico, e ci tiene a farlo al massimo delle proprie capacità, non deve fumare. Il fumo, riducendo la respirazione e l’efficienza muscolare, aumentando la frequenza cardiaca, determina un minore rendimento sportivo.
Purtroppo molti eventi sportivi, vedi la Formula 1, sono anche legati a pubblicità diretta o indiretta di marchi di sigarette e ciò ha creato, almeno nel passato, qualche confusione. Le cose stanno cambiando. Il mondo dello sport vuole dare un’immagine pulita, senza lasciare spazio a ipocrisie di facciata, promuovendo manifestazioni e campagne contro il fumo. Molti atleti famosi si sono fatti ambasciatori di uno stile di vita “smoke-free”.
Il consiglio è di “servirsi” dell’attività fisica per smettere di fumare e in definitiva star meglio. Allontanare il tabagismo dalla propria vita è un obiettivo raggiungibile; qualche sacrificio per ottenere grandi benefici nel futuro. Sono necessari almeno sette anni di astensione dal fumo per annullare i danni polmonari prima dello sviluppo dell’enfisema.
Il fumo non deve essere di casa nel mondo dello sport. Pensiamo alla vecchia locomotiva a vapore e alla motrice di un moderno treno, tipo Freccia rossa. La prima fuma ma corre poco, la seconda non fuma ma corre anche tanto.
Bari 15/01/2013