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Miti da sfatare e mode da evitare

Ecco i consigli dei gastroenterologi ospedalieri

Di Riccardo Guglielmi

Nella riunione del 26 novembre i medici dell’Aigo, Associazione italiana gastroenterologi ospedalieri, riuniti in congresso a Perugia, hanno smantellato, evidenze scientifiche alla mano, convinzioni tanto radicate da essere considerate verità assolute. La mela al giorno che leva il medico di torno, la dieta senza glutine capace di rimettere in sesto l’intestino, gli integratori indispensabili per il benessere psico-fisico non sono non più dogmi al centro di percorsi nutrizionali e di benessere. L’unica vera certezza resta la dieta mediterranea messa oggi in discussione da nuove mode alimentari e dal cibo spazzatura. Lo stile alimentare mediterraneo è quello più salutare ed equilibrato. Le diete sbilanciate a favore, secondo le mode del momento, di carboidrati, lipidi o proteine sono tutte da evitare. Serve anche la carne per l’esclusivo contenuto di alcuni amminoacidi e della vitamina B12, molecola che non cresce né nell’orto né sull’albero.

Gli specialisti dell’Aigo hanno fatto cadere dal piedistallo 7 mitiche convinzioni:

  1. Caffè nuoce al fegato. Un moderato consumo di 2 tazzine al giorno può dare benefici contro la steatosi epatica, malattia caratterizzata dall’accumulo di grasso nel fegato, come dimostrano le evidenze scientifiche pubblicate sulla rivista americana Hepatology.
  2. The verde è sempre un toccasana. E’ un ottimo antiossidante ma attenzione quando si assume come ingrediente all’interno di prodotti e integratori, anche dimagranti. La combinazione con altre sostanze ha prodotto casi d’insufficienza epatica.
  3. Vino minaccia assoluta per il fegato. Sono noti gli effetti benefici del vino nella prevenzione del rischio cardiovascolare. Un moderato consumo di vino ha anche un potere antiossidante sul fegato grazie al resveratrolo, sostanza contenuta nell’uva rossa.
  4. Erbe fanno bene. Gli estratti di erbe contenuti negli integratori alimentari, ad esempio le “12 erbe”, possono aggravare i sintomi della sindrome del colon irritabile. Responsabile degli effetti irritanti è l’epigallocatechina-3-gallato (EGCG), il composto polifenolico presente anche nel the verde.
  5. Moda del senza glutine. La maggior parte delle persone che segue una dieta senza glutine non è celiaca e non ha un’intolleranza genetica a questa sostanza. Il mito che alimenta questa moda risiede nella convinzione che una dieta povera dei carboidrati che contengono glutine sia dimagrante e salutare. Il rischio connesso a questa scelta è di ridurre il consumo di fibre contenute nei carboidrati e di compensare la mancanza di pasta e pane con i grassi saturi.
  6. Una mela al giorno leva il medico di torno. Mele e pere contengono zuccheri fermentabili che hanno effetti nocivi sulle persone affette da colon irritabile. In questi casi è consigliabile un consumo molto ridotto di questi frutti.
  7. Succhi di frutta fonte di benessere. Non sono tutti uguali, la differenza la fa il fruttosio che in eccesso provoca aumento di grassi nel fegato. I succhi di frutta ne sono ricchi e vanno assunti con moderazione. Fa eccezione il succo di arance rosse che ha l’effetto invece di ridurre i grassi nel fegato.

La dieta mediterranea è l’unico mito ben saldo sul suo piedistallo. L’apporto equilibrato di carboidrati, la ridotta presenza di grassi, le giuste percentuali di proteine e fibre, la presenza di vitamine e di antiossidanti sono le garanzie per una sana e corretta alimentazione. A noi spetta il controllo della qualità dei prodotti e una maggiore attenzione alle quantità.

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Articolo pubblicato il 29 novembre – Rubrica – Noi e la Salute

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