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Inoperabile per tutti ma non per il prof. Prete

Il prof. Prete salva la vita  a un ammalato che nessuno voleva operare

Un perfetto gioco di squadra a Mater Dei Hospital di Bari   

Non si è arreso il prof. Fernando Prete, da decenni eccellenza chirurgica italiana, che sfidando i limiti di una medicina sempre più difensiva ha ridato una seria speranza di buona vita a G.B. maschio  in buona salute sino a pochi mesi fa.  Troppo giovane, hanno pensato i medici di Mater Dei, per   restare inermi e attendere che un triste destino strappasse alla vita quella persona.  «Abbiamo operato un uomo di 69 anni – è lo stesso Prete a commentare – con un voluminoso cancro gastrico infiltrante il duodeno e il mesocolon trasverso per circa 15 centimetri, con sanguinamento ricorrente e ostruzione del tratto alimentare, giudicato altrove non operabile né in elezione, né in urgenza».

Una task force multi specialistica è scesa in campo. Chirurghi, anestesisti, cardiologi e rianimatori, si sono mobilitati e all’unisono hanno preparato una squadra che garantisse un buon risultato e ribaltasse la sorte avversa. « Il paziente è giunto in chirurgia – precisa Patrizia Liguori, aiuto del prof. Prete – dopo chemioterapia sospesa per le gravi condizioni generali. L’anemia per il continuo sanguinamento, lo squilibrio elettrolitico e metabolico, nonostante l’alimentazione parenterale, aveva creato grave ipotonia e ipotrofia muscolare».

« La bassa pressione arteriosa e la bradicardia estrema, 30 battiti per minuto – aggiunge Riccardo Guglielmi, cardiologo di lungo corso con un passato di direttore ospedaliero  – aumentavano il rischio operatorio. La mancanza di muscolatura non permetteva l’impianto di un pace maker definitivo. È stato superato il problema con un elettrocatetere introdotto per via venosa collegato a un generatore esterno. La terapia farmacologica ha permesso il miglioramento della pressione arteriosa». Con questi e altri accorgimenti tecnici il dott. Mario Tedesco, direttore della Unità Complessa di Anestesia e Rianimazione,  ha potuto procedere alla narcosi e mettere in condizione l’equipe chirurgica di operare il paziente. Circa 4 ore di anestesia e intervento al termine del quale G.B. è stato trasferito in Rianimazione e affidato alle cure di Giampaolo Pellegrini, referente rianimatore per la sezione Covid.

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Mai come in questo caso il successo ha molti padri. È stato il “fil rouge” della competenza, che ha saputo unire la saggezza frutto di tanti anni di esperienza, con l’ardore giovanile. Onore a questi professionisti e a tutti i loro collaboratori che rappresentano, per la nostra Regione Puglia, un’eccellenza invidiabile. Non è mancato l’incoraggiamento e il supporto esterno di una Direzione sanitaria sempre attenta e degli organi tecnico logistici. Infermieri e operatori socio sanitari,  garantiscono assistenza di qualità con particolare aspetto all’umanizzazione delle cure, nonostante l’attuale emergenza legata alla pandemia. Mater Dei Hospital in pochi giorni ha saputo realizzare una struttura Covid con degenza e percorsi dedicati. Gli operatori  sanitari di ogni ordine e grado gestiscono carichi di lavoro elevati e alta tensione psicologica. Tutto questo collettivo ha permesso a una persona, già condannata per un cancro che nessuno voleva trattare, di “tornare in vita” ed essere restituita per Natale all’affetto dei suoi cari. Questo è un episodio che deve raggiungere i nostri pubblici amministratori. Nella nostra Regione non mancano le eccellenze in sanità e non sono necessari costosi viaggi della speranza per salvare vite umane. Il paziente sta meglio, ora è nel reparto di chirurgia amorevolmente “coccolato” da tutto il personale. Nella Rianimazione, 2 giorni fa, salutava, con un indimenticabile sorriso di gioia, lo stesso dott. Guglielmi chiamato in consulenza. Una storia complessa e a lieto fine, un segno di speranza per questo  difficile Natale alle porte. Questa è la sanità che ci piace raccontare e scrivere.

Antonio Peragine Direttore   Bari 23.12.2020

https://www.corrierenazionale.net/2020/12/23/il-prof-prete-salva-la-vita-a-un-ammalato-che-nessuno-voleva-operare/

 

Meno rischi e disagi per le donne cardiopatiche con “see&treat”

Raschiamento alla cieca addio

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Ginecologi a confronto per una chirurgia più sicura e senza cicatrici esterne

Bari – Sabato 21 ottobre, ore 8.15-18.00, una task force di ginecologi si è riunita presso il Nicolaus Hotel per confrontare esperienze e competenze sulle moderne e innovative procedure, Video e Highlights in chirurgia isteroscopica.

La salute della donna sarà più garantita, senza raschiamenti alla cieca, dalla visione diretta e dal trattamento chirurgico immediato in ambulatorio, senza esiti cicatriziali esterni o rischi legati all’anestesia generale.

La miniaturizzazione degli strumenti, la professionalità dei medici dell’ambulatorio d’isteroscopia pertinente all’Unità operativa complessa di Ginecologia II del Policlinico di Bari, diretta da Ettore Cicinelli e l’esperienza maturata dagli anni 90 con l’isteroscopia finalizzata alla diagnosi e alla biopsia mirata, permettono il trattamento di patologie interne alla cavità uterina anche complesse.

«I più comuni interventi – afferma Oronzo Ceci, Professore aggregato della II UO Ginecologia e Ostetricia UNIBA – comprendono la biopsia dell’endometrio, la rimozione di polipi (polipectomia), leiomiomi (miomectomia), la correzione di difetti malformativi uterini (per es. l’utero setto corretto con un intervento di metroplastica), l’eliminazione di aderenze intrauterine (adesiolisi) e di residui di materiale deciduo-placentare adeso alle pareti uterine. Una nuova applicazione consiste nell’introduzione di piccole spirali al titanio all’interno degli osti tubarici a fini contraccettivi. ».

«La procedura “see&treat” (vedere e trattare) – commenta Vito Trojano, direttore Dipartimento donna Mater Dei Hospital di Bari e Presidente onorario dell’evento con Ettore Cicinelli – garantisce un rapido ritorno alla vita familiare o lavorativa, evita il ricovero con notevole riduzione dei costi legati alle giornate di degenza».

L’ecografia e l’isteroscopia sono gli elementi portanti per una procedura chirurgica ambulatoriale. L’utilizzo della sala operatoria e dell’anestesia generale sono riservate alla rimozione di polipi e leiomiomi superiori ai 2 cm, o per condizioni cliniche proprie della paziente (utero stenotico, gravi patologie cardiovascolari, terapie anticoagulanti in atto, forte componente emotiva).

Il corso, articolato in 3 sessioni, ha validità formativa.

Per approfondimenti seguite su Mediterranea TV, canale 214 del DT, le interviste di Cristina Negro, operatore Fabio Pelillo, ai prof.ri Giovanni Battista La Sala, Roberto Liguori, Vito Trojano e Oronzo Ceci.

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