Cerimonia di ringraziamento questa mattina a #Bitonto presso il Banco delle Opere di Carità, alla presenza di autorità civili, militari e religiose.
Premiate con targhe ricordo, istituzioni, associazioni e imprenditori che durante la pandemia Covid-19 hanno dedicato risorse proprie e impegno personale per assistere la popolazione in difficoltà.
Il Banco delle Opere di Carità di Bitonto svolge un’azione incredibile per il nostro territorio: oltre 2 milioni di kg di alimenti sono stati somministrati solo nello scorso anno alle fasce più fragili della popolazione, riuscendo a reggere all’urto devastante dei postumi dell’emergenza epidemiologica.
AMA CUORE BARI, l’Associazione di volontariato, onlus, che “si prende cura del cardiopatico e non solo” ha donato al Banco delle Opere di Carità un defibrillatore, oltre ad aver formato e abilitato alle manovre BLSD due operatori del Banco ad un corretto utilizzo dello strumento. Il defibrillatore è stato consegnato dal nostro giornalista scientifico, Riccardo Guglielmi, a Marco Tribuzio, responsabile del centro.
La manifestazione è coincisa con la —–> clicca per il videoCerimonia della Bandiera. L’alzabandiera ad opera dell’ANMI, associazione nazionale marinai italiani, ha regalato ai presenti un momento toccante. Un atto che ha suggellato il ringraziamento delle istituzioni verso tutti coloro che durante il Covid-19 hanno dedicato risorse proprie e impegno personale per assistere la popolazione in difficoltà. L’onore del “fischio marinaro” a Francesco Pastanella, maresciallo della Marina Militare in congedo e presidente di AMA CUORE.
Come ha detto oggi Marco Tribuzio, “il bene si fa in silenzio ma l’eco del bene consente che il bene si propaghi”.
Un grazie e complimenti a tutti gli operatori che nel silenzio quotidianamente lavorano per i più vulnerabili del nostro tessuto sociale, restituendo così a tutti noi fiducia nell’umanità e nel senso di comunità.
Ultimi giorni di agosto e la vittoria sulla pandemia Covid sembra lontana. Con la variante delta, ormai predominante su tutto il territorio nazionale, il nostro nemico ha aumentato velocità di trasmissione, resistenza, aggressività e potenza di fuoco. Il caldo estivo non ha ridotto contagi, ospedalizzazioni, ricorso a cure intensive e decessi. L’arma più forte per una parziale prevenzione in questo momento è la vaccinazione, ma è necessario far presto per raggiungere la teorica percentuale del 90% e garantire l’immunità di gregge.
Il messaggio deve essere chiaro e forte. Se ti vaccini vivi
Il bollettino diffuso dal Ministero della Salute sull’emergenza Covid in Italia del 25 agosto evidenzia: 7548 nuovi casi su 244.420 tamponi e 59 morti. In calo i ricoverati, che oggi scendono a 4522 (-18). Di questi 499 sono in terapia intensiva (-5). Con i suoi 1409 contagi la Sicilia è ancora la regione con più nuovi casi nelle ultime 24 ore.
Non pensiamo al numero globale dei contagi. Siamo in fase endemica e prepariamoci alla convivenza con il virus. Ragioniamo sul fatto che i ricoverati in terapia intensiva, quelli per intenderci più a rischio di morire, sono per il 94% persone dai 40 anni in su che non si sono vaccinate o che hanno fatto solo la prima dose. Questo vuol dire, senza se e senza ma, che i non vaccinati rischiano e chi si vaccina vive.
Dalla corsa nei primi mesi di quest’anno ad accaparrarsi il vaccino anche con modalità poco trasparenti, assistiamo a un incremento di coloro che, a vario titolo, paure ingiustificate, fascino delle tante notizie spazzatura che circolano in rete, presunzione di “voglio prima capire” e decidere autonomamente o peggio tendenze di moda, non hanno ancora capito che vaccinarsi aumenta la probabilità di vivere. Questi non sono per fortuna tutti NO VAX.
Profilo del NO VAX
Individuo fanatico, presuntuoso e arrogante, che non accetta il dialogo. Uno stupido, che crede al complotto e non vuole contaminare il suo corpo con un farmaco innovativo anche se ampiamente studiato e validato. Frequenta fisicamente e virtualmente community di simili, attinge avidamente certezze, non dall’analisi di siti scientifici ma dalle tante fantasiose notizie spazzatura che circolano sul web (inoculazione di micro cip con il vaccino, cardiopatie post vaccinali con infermieri e medici minacciati e obbligati al silenzio). Preferirebbe “salire sul rogo”, ma non sono tanto sicuro, piuttosto che abiurare la propria sciocca convinzione. È in definitiva un poveretto che merita commiserazione e rieducazione. Il comportamento del NO VAX crea danni sanitari a sé e ai propri cari. Chi resta padrone delle proprie convinzioni va isolato ed escluso da qualsiasi integrazione sociale e lavorativa. Naturalmente chi non lavora non potrà pretendere remunerazione.
Altro discorso per gli indecisi, per chi ha paura, sui quali si deve intervenire con comunicazione efficace e persuasiva, contrastando la disinformazione. Chi vuole informarsi deve seguire i siti ufficiali, Ministero della salute, AIFA, EMA, Istituto superiore di sanità, non i social di moda. Forse non sarebbe male far indossare a queste persone le tute non traspiranti, i sistemi avanzati di protezione e far loro fare un “giro turistico” nelle terapie intensive che ospitano gli ammalati Covid intubati. Lo Stato con il suo Sistema sanitario garantisce la gratuità della vaccinazione. Conseguenza logica dovrà essere l’addebito dei costi di degenza in terapia intensiva, 3mila euro/di, a carico di chi non ha voluto vaccinarsi e si ricovera. Facciamo presto a convincere gli indecisi.
La vaccinazione non basta
Vaccinarsi è un dovere morale. È rispetto per sé e per la comunità. Egoisticamente è prendere a cuore se stessi, ma diventa un atto d’amore verso il prossimo. Ma non è sufficiente. Dobbiamo continuare con il distanziamento, evitare di assembramenti, usare la mascherina sempre al chiuso e all’aperto in caso di affollamento. L’aver contratto la malattia o l’essersi vaccinato non garantisce l’immunità se mancano comportamenti virtuosi.
Da #Andràtuttobene a #Sisalvichipuò
Nei primi giorni della chiusura totale, marzo 2020, i medici ospedalieri, impegnati in prima linea, postavano #Turestaacasa, #Iorestoinclinica e #AndràTuttoBene. Ora sono scoraggiati. Gli stessi amministratori pubblici sono schiavi della politica e dei sindacati. Sono ossessionati dal politicamente corretto e temano la magistratura. Il TAR Lazio recentemente ha accolto il ricorso retroattivo di un genitore contro l’obbligo dell’uso della mascherina a scuola in presenza. Provvedimento che darà il via a migliaia di istanze con l’esclusivo fine del risarcimento economico. Datori di lavoro, imprenditori, dirigenti scolastici hanno le mani legate. Tutto diventa cavillo interpretativo, burocrazia, in parole povere stupidità. Davanti ai tanti sforzi degli operatori sanitari, di comunità scientifiche nazionali e internazionali, è stata data voce e a persone non qualificate sul piano scientifico, mi riferisco a parlamentari, sindacalisti, giornalisti, che sbandierano astratti criteri di libertà, privacy, violazione dei diritti, nell’esclusivo interesse di aumentare i consensi, dimostrando così che il buon senso non è di casa dalle loro parti. Facciamo presto e non aspettiamo che i medici e gli infermieri, prima angeli poi demoni, lanciano il May Day o il #Sisalvichipuò
Il paese deve ripartire. Facciamo presto o sarà tutto inutile
Lavoro, sviluppo, formazione sono gli elementi valoriali per affrontare le nuove sfide del futuro. Basta con didattica e lavoro a distanza. Fabbriche, scuole, università, uffici del pubblico impiego, banche, addetti ai servizi, devono garantire servizi e produttività al passo dei tempi. Se mandiamo figli e nipoti a scuola pretendiamo che docenti e operatori scolastici siano vaccinati. Le badanti che assistono anziani fragili, non possono, di conseguenza, scegliere di non vaccinarsi. Scontato l’obbligo vaccinale per tutti gli operatori sanitari, bisogna fornire a presidi, datori di lavoro e a tutti coloro che gestiscono risorse umane a contatto con il pubblico l’elenco, aggiornato da sistemi informatici, dei vaccinati. Obbligatorietà di certificazione, green pass, per accesso a locali, trasporti pubblici, anche quelli urbani, musei, cinema, stadio, concerti, teatro. I gestori di servizi e tutto il personale addetto alla logistica deve avere il green pass. Non possono essere escluse le Forze dell’Ordine, l’idoneità al servizio non prevede la presenza di quelle poche patologie che consentono l’esonero dalla vaccinazione. Green pass senza vaccinazione, solo con tamponi antigenici, fast salivari anche giornalieri, non servono a nulla. L’unica certezza la dà il tempone molecolare che offre una validità di 48 ore. Ha i suoi costi che non dovranno essere a carico della collettività.
Mancano pochi giorni alla ripresa di settembre. Di conseguenza è inevitabile l’obbligo a chi non vuole vaccinarsi
Il nostro è un paese ricco di regole che sono rispettate e la cui disattenzione è sanzionata. Dobbiamo pagare le tasse, rispettare i limiti di velocità, dare conto alla morale e ai principi di rispetto, educazione e civiltà nei nostri comportamenti. Non dobbiamo gridare allo scandalo, né invocare la dittatura, in caso di obbligo di vaccinazione o di green pass.
Per l’emergenza della pandemia sono state trascurate le altre patologie, oncologiche e cardiovascolari. I posti letto sono sempre contenuti e le malattie non vanno in ferie. Soppresse molte riabilitazioni, cardiologiche e neuromotorie, interi reparti di Medicina sono stati trasformati in degenza Covid. Pochi medici e infermieri sono stati assunti con contratti a tempo. Facciamo presto. È urgente l’obbligo alla vaccinazione con Decreto ministeriale d’urgenza a firma del Capo del Governo che abbia immediata attuazione. Un regolare iter parlamentare, se va bene, potrà partorire una legge dopo 3 o 4 mesi quando le truppe del Generale Covid saranno state sostituite da nuove varianti Epsilon e Lamba ancora più aggressive delle precedenti. Occasione unica per aumentare la credibilità dei nostri amministrator pubblici. Un governo che agisce nell’interesse esclusivo della popolazione sarà considerato autorevole e non autoritario.
Dal Corriere di Puglia e Lucania del 16 luglio 2021
Alto riconoscimento per la letteratura e l’Impegno Sociale al Dr. Riccardo Guglielmi, giornalista scientifico della nostra redazione
Sabato 10 luglio, nella sala Bernini dell’Hotel Tiziano di Lecce, inizio ore 20, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi Il David di Michelangelo e Omaggio a Dante Alighieri.
L’evento organizzato dall’Accademia Italia in arte nel mondo, da anni rappresenta la celebrazione di un alto riconoscimento riservato a personalità nel mondo dell’arte, della scienza, della cultura e dell’impegno sociale rigorosamente selezionate da 2 specifiche commissioni.
I premiati, intervistati dapprima da Michele Miulli, Colonnello dei Carabinieri ed esperto d’arte, sono saliti sul palco presentati da Dario e Roberto Chiavarini, direttori artistici. A Nicola Giampaolo, Postulatore accreditato presso la Santa Sede è stata affidata la presidenza onoraria dell’evento.
Toccante la testimonianza del giovane Colonnello dell’Esercito, Carlo Calcagni portatore di una invalidante malattia cronica e degenerativa, insorta dopo missione nei teatri operativi dei Balcani.
L’ufficiale è stato accompagnato dalla ex Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.
A 112 artisti internazionali, non tutti presenti, è stato assegnato il Premio David di Michelangelo.
Tra gli insigniti della statuetta di Dante, Chiara Deliso per il costante aiuto ai nostri Connazionali in Venezuela,
L’Associazione Nazionale Carabinieri di Cerignola, per il recupero, grazie alla musica e all’impegno sociale, dei giovani allontanatisi dalla via della legalità.
Le congratulazioni del Direttore, Antonio Peragine e della Redazione delle testate giornalistiche, Corriere Nazionale, Corriere Puglia e Lucania e Radici, al nostro Riccardo Guglielmi, Cardiologo e Giornalista scientifico, premiato con la statuetta di Dante per la “solidarietà verso il prossimo nel senso più nobile, etico e sociale, articolato attraverso la passione, la dedizione e la generosità in modo totalmente disinteressato e in favore della comunità”.
“E quindi uscimmo a riveder le stelle” (Inferno XXXIV, 139) per ricordare il 700° Anniversario della scomparsa di Dante Alighieri. «Guardare verso l’alto – commenta il Col. Miulli – è il desiderio di conoscenza dell’uomo.
L’attualità di Dante vive in questa ricerca sublime della luce, contro cui ognuno noi dovrà prima o poi confrontarsi nella vita».
Il corso formativo di management Gestione della stomia, dedicato a infermieri e OSS, operatori socio sanitari, si è svolto in presenza sabato 29 maggio presso la Sala congressi di Mater Dei Hospital.
La stomia è il risultato di un intervento con il quale si crea un’apertura sulla parete addominale per mettere in comunicazione un viscere, apparato intestinale o urinario, con l’esterno. Non un problema di nicchia ma una situazione che, nonostante l’assenza di censimenti ufficiali, interessa di conseguenza, oltre 75mila persone in Italia e oltre 2000 in Puglia.
Nonostante il gravoso impegno aziendale per la gestione dei percorsi e del reparto Covid, l’evento fortemente voluto dalla Direzione generale, è stato organizzato dalla Direzione sanitaria e dal SITRA, il Servizio infermieristico tecnico riabilitativo aziendale.
Una intensa giornata di lavori che ha permesso di centrare l’obiettivo preposto: fornire agli operatori sanitari le conoscenze scientifiche, tecniche e metodologiche che consentiranno di affrontare, con efficienza ed efficacia, la gestione e la cura del paziente portatore di stomia e sacca.
L’operatore formato ad hoc potrà trasmettere al paziente e ai familiari gli elementi per una corretta e professionale gestione della stomia nella fase post ospedaliera. Ecco un esempio della tanto declamata, ma poco attuata, integrazione ospedale territorio che porterebbe a riduzione di spesa e disagi.
Docenti della gestione della stomia
Madrina dell’evento Maria De Pasquale, Coordinatrice dell’area Pronto Soccorso e dirigente AISTOM, l’associazione italiana onlus degli stomizzati. Portare addosso un sacchetto di feci e urine crea problemi personali e sociali, dal lavoro al rapporto di coppia. La persona diventa fragile. Solo un team multidisciplinare, medico infermieristico e psicologico può offrire il massimo supporto allo stomizzato e alla famiglia.
Apri pista Roberto Greco, neo responsabile del Servizio infermieristico del Policlinico di Bari, che ha portato il saluto dell’OPI, Ordine professionale degli infermieri. Una inaspettata lectio magistralis per illustrare gli aspetti della Responsabilità e della Competenza professionale. «Tematiche – ha esposto Greco – dai risvolti penali e civili, che riguardano non solo le figure mediche ma tutti gli operatori sanitari di ogni ordine e grado».
Orgoglio della professione sanitaria
Un grido di allarme e di rivalutazione delle professionalità frutto di studi universitari e di perfezionamento. Ogni giorno infermieri e OSS si arricchiscono di competenze e conoscenze. La formazione continua è la risposta ai tanti amministratori politici che svalutano le professionalità infermieristiche nella logica perversa della sostituibilità e del tanto di moda slogan 1 vale 1. Chi conosce il dott. Roberto Greco sa che da anni si batte per la cultura e la formazione. Un elemento valoriale che nella Regione Puglia è diventato bandiera dell’Orgoglio dell’infermiere.
«L’Azienda – ha commentato Maurizio Gnazzi, dirigente del SITRA – si sta impegnando nella formazione teorica e pratica del proprio personale per raggiungere, di conseguenza, livelli di eccellenza e qualità. Una mission per migliorare l’assistenza nell’interesse esclusivo della persona che chiede aiuto».
Gli esperti per gestione delle stomie
Angelo Preziosa, direttore del Pronto Soccorso e Pasquale Tarantini, direttore dell’Unità Complessa di Chirurgia, hanno relazionato sugli aspetti anatomici e sulle procedure chirurgiche. La gestione del paziente stomizzato, dopo l’atto chirurgico, diventa prevalentemente infermieristica e psicologica come evidenziato da Victor Laforgia, psicologo in Mater Dei; di conseguenza i percorsi di aiuto devono iniziare in ospedale e trovare continuità sul territorio.
Tanto spazio tra i 9 docenti invitati alle coordinatrici sanitarie, Maria De Pasquale e Nicoletta Calabrese dell’ortopedia. Apprezzati gli interventi di stomaterapisti e volontari dell’AISTOM, Cinzia Dell’Edera e Claudio Dinenna.
Significativo il contributo di Rosa Lagreca, nota a livello nazionale per il bagaglio di esperienze e conoscenze come uroriabilitatrice in reparti ospedalieri e universitari.
Conclusioni e proposte
Le eccellenze ci sono e la macchina della ripresa è accesa. Agli amministratori pubblici il compito di pianificare, implementare e incentivare i percorsi sanitari e formativi per soddisfare l’aumentata richiesta di aiuto della popolazione. In due parole logistica e valorizzazione del capitale intellettuale, senza logiche clientelari e di partito.
Infermieri e OSS devono saper fare e saper essere. Ecco le parole d’ordine per la Medicina della ripresa.