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La Sanità che le altre Regioni ci invidiano…

Nella Rubrica Spazio aperto oggi ospitiamo il dott. Cosimo LERARIO medico, autore e scrittore.  

ridotto

LERARIO Cosimo
Nato a Bari.
Ufficiale medico in quiescenza del Corpo Sanitario dell’Esercito
Italiano.
Scrittore, autore di testi teatrali, collaboratore di testate on line.
Blog ufficiale: https://lerariocosimo.wordpress.com/. “

 

—BARI’S HEALTH FILM COMMISSION. ED È SUBITO CINEMA.—
Ora vi racconto una storia vera; già bell’e pronta come soggetto di un
film. Genere neorealistico, ovviamente. Con sfumature decisamente
horror.
TITOLO:
La Sanità che le altre Regioni ci invidiano…
SCENA:
Casa di Cura privata collocata nei confini della Città Metropolitana di Bari. Interno giorno.

Ciack
MOTORE. CIAK. AZIONE.
Davanti all’unico accesso alla struttura, sin dalle prime ore del mattino si è radunata una folla di utenti in piedi in fila per
entrare. Parecchi di loro sono anziani e barcollano per effetto del
prolungarsi della postura eretta. Altre figure escono dallo stesso
accesso (ma non si era detto in non so quale DPCM o Circolare
Ministeriale che le vie di deflusso dovessero essere differenti da
quelle di afflusso ? – ndA) aumentando la confusione che non tarda ad instaurarsi sovrana.
All’interno, poco oltre l’uscio della hall della clinica, due figuranti
ottemperano con indolente lentezza alla misurazione della temperatura frontale degli astanti e provvedono al loro smistamento.
Mediante un flashback si potranno vedere i due frequentare un Corso di Formazione, durante il quale verranno addestrati ad utilizzare la parola “Triage” per indicare quella loro meccanica attività; così da darsi un tono più professionale e contrattare una qualche gratifica pecuniaria.
Un altro flashback mostrerà, invece, un primo piano del volto inebetito del responsabile della organizzazione del lavoro della clinica, che con espressione assente rimane a guardare fisso per ore senza parlare una mappa della struttura, senza mai rendersi conto della necessità di distaccare altro personale in soccorso della inadeguata coppia di “triagisti”.
Ad un certo punto uno di questi, la giovane donna, ha una crisi
isteroide e si mette a correre verso la fila di utenti urlando loro di
arretrare in modo da non attivare la continua apertura automatica
della vetrata di ingresso. Non riuscirà invece a raggiungere con la
sua voce proprio coloro i quali da quella vetrata escono in
continuazione; e che concorrono al reiterarsi del movimento meccanico.
Tutto questo la condurrà in un profondo stato di frustrazione.
Il suo compagno, invece, visibilmente sconvolto dal surmenage indotto dalla ventina di minuti di lavoro che ha dovuto eseguire, inizia ad avere crisi di cecità. Tant’è che si rivolge ad una signora chiedendo notizie anagrafiche relative alla giovane che le è a fianco.
Quest’ultima, tuttavia, decide di rispondere in proprio a tutte le
domande che rivolte dall’uomo; il quale, pur apparentemente non
affetto da strabismo, mentre le ascolta persevera a guardare l’altra
donna. Dopo di che, ormai palesemente invasato da una entit
demoniaca, prende ad esprimersi farfugliando frasi sconnesse verso entrambe.
A quel punto la giovane, constatata la confusione del triagista, rimane per un po’ indecisa se non sia il caso di rendere le proprie risposte in una delle tre lingue straniere che conosce; quindi ha una
illuminazione, facendo mente locale sulla propria personale
condizione: lei, in definitiva, è una persona con sindrome di Down. E
(altro flashback) gli torna in mente come effettivamente accada
piuttosto spesso che i suoi interlocutori le rivolgano la parola
proprio come sta facendo quel fenomeno umano che si ritrova di fronte: alla stregua di come ci si rivolgerebbe ai bambini in età prescolare.
A lei, ventiseienne diplomata in materie linguistiche.
Cessato il flashback, al termine dell’umiliante interrogatorio la
ragazza fa spallucce e passa oltre il check point assieme alla sua
casuale accompagnatrice. Entrambe raggiungono la loro meta: il
Laboratorio d’Analisi.
E qui inizia un’altra lunghissima attesa prima di essere ricevute per
eseguire lo screening in largo anticipo fissato e prenotato; nonché,
ovviamente, pagato.
Durante la estenuante attesa, ad un certo punto (alleggerendo la
suspence della trama) accade che tre comparse femminili vestite da
infermiere escono dalla sala prelievi e ciarlando allegramente si
dirigono verso la bouvette per prendere il (meritato !?) caffé
quotidiano.
Ma il tono leggero della scena viene immediatamente offuscato da un altro episodio di possessione demoniaca. L’infermiera che dovr
eseguire materialmente il prelievo, una volta incrociato lo sguardo
con gli occhi dal taglio orientaleggiante della giovane, inizia a
parlare con la medesima cadenza infantile del triagista. Il demone è
tornato.
Sarà la ragazza a rivolvere la situazione, entrando con fermezza da
sola in sala prelievi esibendo fieramente l’avambraccio scoperto e
ormai pronto a subire la prevista estrazione ematica. Senza ricorrere
ad alcun esorcista.
Sullo sfondo, in controcampo, si ode in lontananza la voce registrata
di Bombolo che snocciola tutte le più note ed efficaci contumelie in
romanesco.

DISSOLVENZA VERSO IL NERO.
—THE END—

NOTA D’AUTORE – Se volete assistere direttamente alle riprese e
conoscere di persona i protagonisti della vicenda, recativi
tranquillamente in una qualunque struttura sanitaria barese; non
importa se pubblica o privata, tanto è così ovunque. Non c’è fretta,
né timore di non fare in tempo: il set si replica ogni giorno.

BARI’S HEALTH FILM COMMISSION ringrazia per avere scelto i suoi schermi. E si augura di rivedervi presto con altre sue produzioni del genere.
Io, invece, spero proprio di no !

“Per gentile concessione del dott. Cosimo Lerario, collega e amico”  

Cosimo lerario

  • Con la leggerezza e l’ironia che lo contraddistingue Cosimo Lerario alza il velo sulla  Sanità della Regione Puglia che crediamo, o meglio ci vogliono far credere, sia da sogno. R.G 

Batterio intestinale causa l’infarto

La scoperta da medici italiani

Di Riccardo Guglielmi

Scoperta straordinaria in Cardiologia. L’Escherichia Coli, un batterio generalmente non patogeno,  ospite abituale nel nostro intestino, passa nel sangue e favorisce la formazione di coaguli nelle coronarie. Lo studio,  tutto italiano e della durata di 5 anni, è stato condotto dall’Università La Sapienza di Roma, da un team di cardiologi interventisti dell’Emodinamica di Terni diretta dal prof. Marcello Dominici, da patologi clinici e biologi coordinati da Francesco Violi, direttore della I Clinica medica del Policlinico universitario Umberto I di Roma. I dati scientifici, pubblicati su European Heart Journal,  sono stati rilevati su un campione di 150 pazienti arruolati in due centri, la Cardiologia di Terni e il Policlinico Umberto I di Roma. Una sinergia operativa e scientifica che rappresenta il proficuo modello di integrazione Ospedale Università che invece molti Atenei italiani tendono a snobbare.  L’Escherichia Coli nel sangue diventa un nuovo fattore di rischio coronarico da aggiungere a diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, fumo.

“Lo studio – come lo stesso Dominici ha specificato ai media –  dimostra che nella genesi della trombosi coronarica un ruolo importante lo gioca l’Escherichia Coli. Il batterio Killer è stato isolato nel sangue e nel trombo coronarico in quasi tutti gli infartuati arruolati nella ricerca, mentre era assente nel campione di controllo composto da persone non infartuate”.

intestino

L’innocuo batterio si virulenta, passa nel sangue, ulcera la placca aterosclerotica della coronaria e innesca la trombosi che, ostruendo l’arteria, determina l’infarto.  L’attenzione al nostro microbiota intestinale, l’insieme di microbi e muffe, diventa sempre più importante. Questa scoperta apre una nuova finestra nella prevenzione e i trattamenti terapeutici per gli oltre 100mila italiani colpiti ogni anno da infarto e ictus. Potranno essere prodotti farmaci che spezzano il legame tra placca aterosclerotica e batterio killer nella fase acuta o vaccini, per i soggetti più a rischio, da usare in prevenzione primaria.

Riccardo Guglielmi – Giornalista scientifico –

Redazione Corriere nazionale.net – Corriere Puglia e Lucania

 

4 articolo 2021 https://www.corrierenazionale.net/2021/01/17/batterio-intestinale-causa-linfarto/

Covid 19 : la situazione in Africa

Scoperta una variante più pericolosa di quella inglese

Attenzione agli sbarchi di migranti

Di Riccardo Guglielmi

Funzionari della Sanità africana hanno diffuso lo scorso 24 dicembre la notizia della scoperta in Nigeria e Sudafrica di una variante di Covid 19 ancora più infettiva di quella inglese. Ritorna la paura di una possibile nuova ondata nonostante le misure adottate dai governi della Unione europea. Matt Hancock, ministro della alla Sanità inglese ha affermato alla BBC che la variante sudafricana si mostra “particolarmente preoccupante” e che sono stati limitati i voli in arrivo dal Paese. Secondo ricercatori di Oxford l’efficacia degli attuali vaccini, certa per la variante inglese, non lo è per quella sudafricana.

A dicembre dello scorso anno, nonostante le difficoltà per la raccolta dati, in Africa erano stati conteggiati circa 2,5 milioni di casi dall’inizio della pandemia, ossia il 3,3% dei casi di tutto il mondo. Nulle ultime settimane la situazione si è aggravata per un incremento dei contagi del 10,9% secondo fonti delle autorità sanitarie africane. La Nigeria ha  un aumento dei contagi del 52%, attualmente 80.000 i casi confermati. In Sudafrica, che ha quasi superato il milione di infezioni, incremento del 40% nelle ultime settimane. Sono  dati che meritano l’attenzione delle autorità italiane in considerazione della ripresa degli sbarchi di clandestini africani sulle coste del Sud Italia al miglioramento delle condizioni metereologiche. La situazione in Africa è seria. Medici e ricercatori nigeriani e sudafricani hanno interrotto le vacanze natalizie e lavorano nei laboratori, senza tregua 24 ore al giorno, nella previsione che un contagio fuori controllo determinerebbe milioni di morti.

– Fonte Web

Tanti sono gli interrogativi. Le attuali vaccinazioni in corso saranno valide su questa variante africana. Saranno adottate misure di prevenzione agli sbarchi di migranti senza cadere nel reato di “sequestro di persona”. Solo il tempo darà risposta a queste legittime domande.

L’uomo che dà vita al farmaco scaduto

Più energia e indennizzi meno inquinamento

  • Intervista al dinamico imprenditore pugliese

È Stefano Maurantonio, classe 67, pochi esami dalla laurea in ingegneria ambientale,  il giovane imprenditore pugliese che ha saputo rianimare il farmaco scaduto. Proprietario e Direttore generale di Marefarm, azienda specializzata nella gestione  di rifiuti speciali pericolosi e non, con tenacia e operosità ha creato un sistema impresa che dà  lavoro a 40 persone. L’azienda è stata riconosciuta dal Ministero della Salute sito logistico di smaltimento per la tracciabilità del farmaco. Stefano è sempre in giro per l’Italia ma nel fine settimana ritorna a Bari per ricaricarsi di quelle energie positive che solo una sana famiglia sa trasfondere. Fortunate coincidenze ci hanno permesso di raggiungerlo e intervistarlo per offrire ai nostri lettori un modello positivo di successo imprenditoriale.

MAREFARM 1

VIDEO  Clicca –>  https://www.youtube.com/watch?v=8uO4Uu3cXTE&t=11s

Di cosa si occupa la vostra azienda

Marefarm è un’azienda leader nel settore della gestione e trattamento di tutte le tipologie di rifiuto che si trovano in farmacia e in generale nella filiera del farmaco,  distributori intermedi, cooperative e industrie farmaceutiche. Tutto ciò che scade o esce dal processo di vendita, diventa un rifiuto ed è importante che venga trattato come tale. I nostri collaboratori,  dopo attenta formazione, hanno acquisito professionalità, esperienza nel rispetto delle regole ministeriali e locali. Sono necessarie autorizzazioni specifiche nelle fasi di trasporto, stoccaggio e smaltimento. Solo in questo modo il farmaco può uscire dal processo di commercializzazione ed entrare in quello di smaltimento, senza incorrere in illeciti amministrativi e/o ambientali. Lo scaduto ritirato dalle farmacie confluisce nel nostro principale centro di stoccaggio autorizzato, sito in Abruzzo, a Moscufo in provincia di Pescara. Lo smaltimento avviene a Brescia in impianti di termovalorizzazione che creano energia per la comunità.

Quale è l’obiettivo aziendale

Presentare un modello organizzativo imprenditoriale in grado di offrire la migliore soluzione per il trattamento economico, normativo, fiscale ed ecologico del rifiuto speciale.  Procedure in sistemi atti a creare una convenienza del servizio per tutti gli operatori coinvolti. La certificazione, attraverso riprova fotografica di prodotti ritirati e smaltiti, genera la richiesta di indennizzo per ottenere un rimborso da parte delle industrie produttrici del farmaco.

MAREFARM

Il COVID ha influenzato la vostra organizzazione aziendale

Si, senza dubbio anche noi ci siamo dovuti riorganizzare in base alle nuove esigenze. Data la delicatezza del nostro settore, impossibile lo “smart working” , abbiamo ritirato i farmaci scaduti, certificati e smaltiti. Quasi tutti i nostri collaboratori sono rimasti operativi durante tutto il periodo della crisi pandemica e lo sono ancora oggi, garantendo il servizio a tutti i nostri clienti. Inoltre, con la pandemia, sono nate anche nuove esigenze, proprio in questi giorni si sta parlando dei test rapidi e delle vaccinazioni da effettuare in farmacia, anzi alcune regioni hanno già iniziato con i test rapidi. Questo processo di screening fa sì che si producano, quelli che tecnicamente noi chiamiamo “rifiuti sanitari a rischio infettivo”. In questa categoria rientrano aghi per prelievi, tamponi, indumenti protettivi, batuffoli contaminati da sangue e così via. Questi sono classificati come rifiuti pericolosi e hanno bisogno, quindi, di maggiori accortezze rispetto alle altre tipologie. A supporto dei nostri clienti, in questo periodo abbiamo intensificato i nostri interventi, sia fornendo contenitori idonei a norma di legge per contenere i rifiuti derivanti da tale attività, sia aumentando in termini quantitativi il numero dei ritiri effettuati, in maniera tale da garantire al farmacista lo svolgimento del suo lavoro in piena sicurezza.

MAREFARM 2

Serietà professionale, rispetto per l’ambiente, dinamismo e tanta voglia di fare impresa sono le doti di Stefano Maurantonio, l’uomo che ha fatto dello SCADUTO una RISORSA.

Abbiamo adesso un motivo in più per non gettare i farmaci scaduti nei rifiuti domestici. Usiamo i contenitori all’esterno delle farmacie. Rispetteremo l’ambiente e daremo nuova vita al farmaco scaduto.

Ringraziamo Stefano Maurantonio

6 articolo 2021

https://www.youtube.com/watch?v=8uO4Uu3cXTE&t=11s

 

Sanità anno zero Ricominciamo dal 2021

5 proposte da approfondire

La gravità dell’attuale situazione sanitaria nazionale è figlia dei tagli di 37 miliardi che dal 2010 al 2019 sono stati effettuati da una classe politica arrogante e cieca a scapito della richiesta di salute degli italiani. Ora i nodi sono al pettine e pietosi sembrano i tentativi di aggiustamento messi in atto in questi mesi. Abbiamo speso oltre 12 miliardi ma la ricaduta pratica non è stata percepita da quanti quotidianamente operano nel pianeta sanitario nazionale con spirito di servizio, abnegazione, professionalità ed etica.  La speranza è rimessa nel piano di aiuti dell’Ue, debito che in gran parte dobbiamo restituire e che cadrà sulle spalle di figli e nipoti. L’incalzante attività di una piccola forza politica ha almeno spinto a rivedere il capitolo di spesa sanitaria del Recovery Plan che è passato da 5 a 19 miliardi.

Investire è una parola che può accendere entusiasmi e speranze ma è priva di significato se mancano piani e soprattutto donne e uomini all’altezza della situazione.

Investimento e sviluppo devono prevedere coinvolgimento e condivisione di imprese e categorie professionali. Da sempre l’edilizia è un motore di ripresa perché coinvolge imprese, uomini e mezzi. Quindi la prima proposta è quella di investire nell’edilizia sanitaria. Non costruire nuove cattedrali ma mettere a norma le attuali strutture adeguandole alle aumentate richieste di salute e al decoro dei lavoratori e degli utenti. Secondo investimento la digitalizzazione. L’informatica aumenta la produttività facilitando i percorsi e limitando i tempi. Digitalizzare significa saper produrre sistemi di facile accesso e praticità, con facilità di interconnessioni e azzeramento delle procedure burocratiche. Terzo elemento l’aumento delle competenze, non tanto nei numeri che dovranno essere rivisti essendo ora al ribasso, ma nella qualità. L’aumento delle competenze passa per l’incremento di modelli formativi professionali e manageriali. L’indirizzo di finalità, strategie e obiettivi dovrà essere centrale ma l’adattamento e le modalità pratiche dovranno essere modulati secondo le esigenze locali delle Aziende sanitarie. L’offerta formativa ha bisogno di integrazione vera e non di facciata Ospedale Università. Non è più il momento del numero chiuso a Medicina, alle scuole di specializzazione e alle Professioni sanitarie che attirano i nostri giovani migliori. Una “meglio gioventù”  che deve essere formata e arricchita di professionalità, etica e umanizzazione. L’Università italiana, non avendo la capacità di garantire una offerta formativa all’altezza del prevedibile maggior numero di studenti, deve aprirsi all’Ospedale. È necessario censire e valorizzare le competenze professionali dei medici ospedalieri che operano in aziende pubbliche e accreditate per offrire una possibilità in più ai medici in formazione specialistica di accesso a tecnologie avanzate e di inserimento in strutture di alta efficienza.

Forse terminata la pandemia attuale ci accorgeremo che la vera emergenza è la cronicità. L’aumento degli anziani, non quelli “diversamente giovani” ma quelli con gravi riduzioni delle autonomie motorie e cognitive determinerà un sempre più alto incremento di costi sociali, sanitari e previdenziali. È fondamentale, quarta proposta, il potenziamento della  Medicina del territorio. Per ridurre i costi delle ospedalizzazioni dobbiamo portare le cure il più possibile al domicilio del paziente. Telemedicina e competenze diagnostiche strumentali sono le armi che devono essere fornite al Medico di medicina generale. Con la telemedicina si potranno effettuare consulti a distanza, trasmissioni di immagini, prescrizioni farmaceutiche in una rete integrata tra domicilio del paziente, studio medico, ospedale, farmacia.

È importante saper investire e pensare in grande. Costruire tante terapie intensive senza uomini è pura follia. Gli inizi del 900 hanno visto guerre, carestie, rivoluzioni, la pandemia di influenza denominata “La Spagnola”  e la storia ci insegna che esiste una ciclicità degli eventi. L’uomo del terzo millennio non deve farsi trovare impreparato. La quinta proposta è la Guardia sanitaria nazionale, una struttura flessibile, operativa integrata con la Sanità militare, Croce rossa, Protezione civile, territorio, formata da strutturati e volontari, per rapido intervento in caso di emergenze sanitarie e catastrofi naturali.

Secondo una stima dell’attuale Ministro della Salute sono necessari 68 miliardi da spalmare in otto anni per ottenere un Servizio sanitario degno del nostro paese. L’importante è fare presto.

Riccardo Guglielmi – Giornalista scientifico –

Redazione Corriere nazionale.net – Corriere Puglia e Lucania

5 articolo https://www.corrierenazionale.net/2021/01/30/sanita-anno-zero/