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Asma e sport agonistico. E’ possibile

asma sport

Si è possibile. E’ alta la percentuale di atleti asmatici che hanno partecipato alle Olimpiadi vincendo medaglie anche nel nuoto, a dimostrazione che il cloro delle piscine non causa attacchi di asma.

L’attività fisica migliora nell’asmatico la capacità cardio respiratoria e i genitori non devono essere iperprotettivi. E’ sempre importante scegliere lo sport secondo le inclinazioni, combattere sovrappeso e obesità, rispettando la terapia prescritta dal medico per tenere sempre sotto controllo l’asma.

Gli allenatori dovranno sapere della patologia affinché prevedano un’opportuna fase di riscaldamento con respirazione attraverso il naso, si riduce così il contatto con gli allergeni.  E’ utile scegliere ambienti poco inquinati e con bassi livelli di concentrazione allergenica (acari, pollini), senza carte da parati o moquette e non praticare attività sportiva nelle fasce orarie più calde, quando l’ozono è più presente.

Altri consigli: evitare aria fredda secca; le attività subacquee sono sconsigliate ; non praticare attività sportiva in presenza di sintomi (tosse, sibili, affanno) e durante la crisi d’asma.

Fonte Barinedita

 

Meno rischi e disagi per le donne cardiopatiche con “see&treat”

Raschiamento alla cieca addio

Guglielmi Trojano Chirurgia isteroscopica

Ginecologi a confronto per una chirurgia più sicura e senza cicatrici esterne

Bari – Sabato 21 ottobre, ore 8.15-18.00, una task force di ginecologi si è riunita presso il Nicolaus Hotel per confrontare esperienze e competenze sulle moderne e innovative procedure, Video e Highlights in chirurgia isteroscopica.

La salute della donna sarà più garantita, senza raschiamenti alla cieca, dalla visione diretta e dal trattamento chirurgico immediato in ambulatorio, senza esiti cicatriziali esterni o rischi legati all’anestesia generale.

La miniaturizzazione degli strumenti, la professionalità dei medici dell’ambulatorio d’isteroscopia pertinente all’Unità operativa complessa di Ginecologia II del Policlinico di Bari, diretta da Ettore Cicinelli e l’esperienza maturata dagli anni 90 con l’isteroscopia finalizzata alla diagnosi e alla biopsia mirata, permettono il trattamento di patologie interne alla cavità uterina anche complesse.

«I più comuni interventi – afferma Oronzo Ceci, Professore aggregato della II UO Ginecologia e Ostetricia UNIBA – comprendono la biopsia dell’endometrio, la rimozione di polipi (polipectomia), leiomiomi (miomectomia), la correzione di difetti malformativi uterini (per es. l’utero setto corretto con un intervento di metroplastica), l’eliminazione di aderenze intrauterine (adesiolisi) e di residui di materiale deciduo-placentare adeso alle pareti uterine. Una nuova applicazione consiste nell’introduzione di piccole spirali al titanio all’interno degli osti tubarici a fini contraccettivi. ».

«La procedura “see&treat” (vedere e trattare) – commenta Vito Trojano, direttore Dipartimento donna Mater Dei Hospital di Bari e Presidente onorario dell’evento con Ettore Cicinelli – garantisce un rapido ritorno alla vita familiare o lavorativa, evita il ricovero con notevole riduzione dei costi legati alle giornate di degenza».

L’ecografia e l’isteroscopia sono gli elementi portanti per una procedura chirurgica ambulatoriale. L’utilizzo della sala operatoria e dell’anestesia generale sono riservate alla rimozione di polipi e leiomiomi superiori ai 2 cm, o per condizioni cliniche proprie della paziente (utero stenotico, gravi patologie cardiovascolari, terapie anticoagulanti in atto, forte componente emotiva).

Il corso, articolato in 3 sessioni, ha validità formativa.

Per approfondimenti seguite su Mediterranea TV, canale 214 del DT, le interviste di Cristina Negro, operatore Fabio Pelillo, ai prof.ri Giovanni Battista La Sala, Roberto Liguori, Vito Trojano e Oronzo Ceci.

 Clicca per Video del servizio

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61 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/10/21/vedo-e-tratto-raschiamento-alla-cieca-addio/

Ho avuto un infarto. Posso giocare a tennis

Buongiorno, ho 73 anni,dieci anni fa a causa di un infarto fortunatamente non grave,sono stato operato con tre bypass,in questo momento sto bene e sono appassionato di camminate in montagna e pratico il tennis.la mia domanda è questa:posso praticare questi hobby/sport e se si con quali accorgimenti.Grazie Claudio Cattaneo

Guglielmi foro italico 2015

RISPOSTA  – Un infarto esitato in intervento di triplice bypass aorto coronarico non è stato certo lieve. Anche se sono passati 10 anni dall’evento acuto l’esercizio fisico che pratica deve avere valenza ludica e ricreativa. Bene le passeggiate, meglio in compagnia, ma deve essere sempre attento a mantenere la sua frequenza cardiaca sotto il 70% di quella massima teorica (220-l’età).

Tennis

Se fatto, ripeto  in maniera “ricreativa” la scelta del tennis è ottima perché è l’unico sport che può gestire in prima persona scegliendo o meno se andare incontro alla palla o sollevarsi per la volée, tenendo chiaramente conto della sua forza muscolare e della contrattilità cardiovascolare.

Fonte: Barinedita

Massaggio cardiaco – E’ una questione di ritmo

Modalità corretta di massaggio cardiaco secondo nuove linee giuda AHA, American Heart Association e ILCOR, International Liaison Comittee On Ressuscitation.

Fonte: CONACUORE

Vi invitiamo a visualizzare il video “Messaggio cardiaco: è una questione di ritmo”, realizzato dall’Associazione di Aosta “Les amis du coeur du Val d’Aoste”, sul canale YouTube al link https://www.youtube.com/watch?v=OOA1uO5JC2I . L’ideazione e i testi sono stati curati dal Dott. Giuseppe Ciancamerla, Presidente di Conacuore Onlus e dell’Associazione valdostana. Data l’importanza del messaggio che si vuole trasmettere, Vi preghiamo di diffondere il video. Grazie per la collaborazione.

Orologio biologico e moscerino della frutta. Nobel per la Medicina a tre genetisti USA

Lavorare di notte non fa tanto bene alla salute

 Nobel Medicina 2017

Nobel a tre cronobiologi genetisti che hanno scoperto il meccanismo molecolare del ritmo circadiano . La ricerca è stata condotta sul moscerino della frutta che da decenni è insostituibile per la ricerca. Uno degli animali più piccoli ha i cromosomi più grandi. La Drosophila melanogaster.

Per ritmo circadiano s’intende quel “ticchettio” interno al nostro organismo che regola per esempio i ritmi di sonno e veglia, metabolismo, temperatura corporea, rilascio di ormoni, comportamento alimentare nell’arco delle 24 ore. La cronobiologia è la scienza che studia questi meccanismi. Questo è il tema che è valso il Premio Nobel 2017 per la Medicina a Jeffrey Hall, Michael Rosbash Michael W. Young. Rispettivamente classe 1945, 1944 e 1949, i tre ricercatori americani hanno dimostrato, dagli anni ’80, quali sono i meccanismi alla base del ritmo circadiano, il nostro orologio biologico interno, partendo da un piccolo esserino, il moscerino della frutta.

Il primo a intuire l’esistenza di un orologio biologico fu l’astronomo francese Jean Jacques d’Ortous de Mairan, nel XVIII Secolo, attraverso l’osservazione delle piante di mimosa. Si accorse, infatti, che le foglie della pianta si aprivano di giorno e si chiudevano di notte ma, tramite un esperimento, scoprì che lo facevano anche in assenza di luce diretta, segno questo della presenza di un meccanismo interno alle cellule che regolava questo processo.

I tre scienziati neopremiati, nel corso dei loro studi, sono riusciti a isolare il gene, soprannominato poi period, scoperto da Benzer e Konopka negli anni ’70 e responsabile dello scandire del tempo nel nostro orologio interno, dimostrando che questo codifica una proteina che si accumula nelle cellule durante la notte e si degrada di giorno. Da qui poi l’intuizione che piante, animali ed esseri umani sottendono tutti alle stesse regole di base che governano i ritmi vitali sincronizzandoli quindi con la rotazione della Terra.

Grazie a queste ricerche, gli studiosi di cronobiologia stanno oggi esplorando nuovi approcci a trattamenti basati sui ritmi circadiani che consentono di individuare i momenti migliori della giornata per assumere determinate terapie, per mangiare, bere, fare attività fisica e, naturalmente, dormire.

All’inizio i lavori pionieristici dei tre Nobel furono accolti con scetticismo dalla comunità scientifica.

 Un altro ricercatore, Satchidananda Panda, anch’egli non preso troppo sul serio dal National Institutes of Health American, dimostrò l’esistenza di legami tra metabolismo e orologio interno arrivando a dimostrare che se non si rispettano i normali ritmi biologici ne è compromessa la nostra salute, a volte anche in modo irreparabile. Quando il nostro orologio biologico va fuori fase, infatti, le ripercussioni possono essere di vario tipo, da semplice stanchezza e spossatezza, come ad esempio accade con il classico jet leg, a disturbi di ben altro calibro come depressione, malattie cardiache, obesità e diabete. Dobbiamo dire grazie a chi lavora di notte per la nostra salute e sicurezza. La prossima volta che incontrate un moscerino della frutta non uccidetelo; un giorno potreste dovergli la vostra vita.

56 articolo 2017 http://www.corrierenazionale.net/2017/10/03/orologio-biologico-e-moscerino-della-frutta-nobel-per-la-medicina-a-tre-genetisti-usa/

58 articolo 2017  http://www.corrierenazionale.net/2017/10/05/nobel-per-la-medicina-2017/