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Italiani e sanità: c’eravamo tanti amati

vaccinazione

Il Censis fotografa 50 anni di sanità: la crisi di coppia è iniziata

Di Riccardo Guglielmi

Articolo Pubblicato il 28 novembre 2016 – Rubrica Noi e la salute. Il Corriere Nazionale 

I favolosi anni Sessanta, sono quelli delle Olimpiadi di Roma, del boom economico, delle vacanze di massa, dei primi televisori nelle case.  Beatles e Rolling Stones travolgono la musica melodica. La salute del Belpaese registra una svolta: per la prima volta le morti causate da malattie infettive si riducono drasticamente (dal 15,2% nel 1930 al 2,9% nel 1960), aumentano quelle causate da tumori (dal 5,1% al 16%) e quelle dovute a problemi del sistema circolatorio (dal 12,3% al 30%).

Sono state esaminate, con il contributo di Farmindustria, le 50 edizioni del «Rapporto sulla situazione sociale del Paese» del Censis ed è stato fotografato il rapporto tra gli italiani e la salute.

In mezzo secolo di storia si è passati dalla vittoria sulle malattie infettive, ai record di longevità della popolazione. C’è maggiore attenzione per esami di screening e controlli preventivi anche grazie alle capacità d’informazione del web. Tanta strada è stata fatta, ma ci sono ancora obiettivi da raggiungere.  Resta, pesante come un macigno, il problema della sostenibilità della spesa pubblica e delle differenze territoriali.

Negli anni sessanta si riducono le malattie infettive. Il merito va alle vaccinazioni nell’infanzia, polio, pertosse, tetano e agli antibiotici allora molto efficaci sui batteri, oggi molto meno per l’antiboticoresistenza causata da un uso terapeutico indiscriminato e scellerato. Comincia l’aumento delle malattie cardiovascolari e dei tumori.

Negli anni settanta nasce il Servizio sanitario nazionale che garantisce una copertura universalistica e pubblica della salute dei cittadini. Sono superate le mutue e la sanità comincia ad avere una gestione regionale e territoriale programmata. Si introduce il nuovo vaccino contro il morbillo (1976). Diventano evidenti gli effetti positivi delle prime campagne vaccinali: l’incidenza della pertosse si riduce dai 76,2 casi per 100.000 abitanti del 1961 ai 12,7 del 1981.

Anni ottanta: la salute diventa benessere complessivo della persona. Il ruolo della vaccinazione continua a essere centrale nelle politiche pubbliche di prevenzione; nel 1982 diventa obbligatoria quella contro l’epatite. Nel 1986 la copertura contro la poliomielite raggiunge il 95%, valore considerato la così detta immunità di gregge.

Nel corso degli anni novanta compaiono i primi screening, mammografia e pap test per le donne, psa per gli uomini. Aumentano le indagini diagnostiche anche in assenza di sintomi, rafforzando il concetto di prevenzione.

Nel 2000 si da valore alle condizioni ambientali ai fini della salute. Nella fase di accelerazione del federalismo sanitario, nel 2002, il 56,3% degli italiani è favorevole all’attribuzione alle Regioni della totale responsabilità in materia sanitaria. Le coperture vaccinali obbligatorie per i nuovi nati superano il 96%, ma comincia la discesa del Pil.

Dopo tanto amore dal 2009 comincia la crisi di coppia. Inizia il calo delle vaccinazioni, colpa della disinformazione. Molti genitori fanno proprie teorie prive di evidenza scientifica e non vaccinando i propri figli li esporranno a rischio di contagio. E’ grande la discontinuità nella prevenzione e aumentano le differenze territoriali. Nel 2014 la soglia minima di copertura al 95%, in grado di assicurare l’immunità di gregge, non è stata raggiunta per la maggior parte delle vaccinazioni dell’età pediatrica. Si scoprono nuovi farmaci che rivoluzionano le cure, come nel caso dell’epatite C, altri sono in arrivo come gli anticorpi monoclonali per combattere tumori e malattie neurodegenerative. Molecole efficaci ma dai costi elevatissimi. L’Italia è al primo posto per farmaci in terapie avanzate: 3 dei 6 approvati in Europa sono stati sviluppati nel nostro Paese. Se le campagne di vaccinazione negli anni sessanta sconfiggevano le malattie infettive, oggi rischiamo di tornare indietro. S’investe poco nelle campagne di prevenzione; aumenta la sedentarietà, l’obesità e il diabete alimentare. La sostenibilità del Servizio sanitario è messa in discussione. L’accesso alle cure ora non è facile per tutti e forse nel futuro sarà appannaggio di pochi.

Riccardo Guglielmi

redazione@corrierenazionale.net

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70 articolo Pubblicato il 28 novembre 2016 – Rubrica Noi e la salute

 

 

 

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Conferenza all’Associazione nazionale carabinieri – sede di Bari

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Giovedì 10 novembre 2016 alle ore 18, presso la sala convegni dei Padri Comboniani, per il ciclo “Gli incontri della salute” organizzati dalla sezione di Bari dell’Associazione nazionale carabinieri ho avuto l’onore e il privilegio di essere invitato a svolgere una relazione dal titolo “Colesterolo e ipertensione: due killer sempre in agguato”. Obiettivo dell’incontro implementare la cultura della prevenzione delle malattie cardiovascolari. L’intervento sui fattori di rischio modificabili e la correzione stili di vita inappropriati sono stati gli argomenti presentati al pubblico attento e partecipativo in modo semplice e leggero. Ringrazio i numerosi ospiti presenti, il Col. Francesco Cuccaro e i suoi più stretti collaboratori per l’accoglienza e le attenzioni accordatemi. Il gagliardetto dell’associazione e il crest dei 200 anni della fondazione dell’Arma dei carabinieri, consegnatemi al termine dell’evento, sono in bella mostra nel mio studio. Presenti le delegazioni di AMA Cuore Bari e dell’Associazione anticoagulati. E’ stata una serata indimenticabile.

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Con l’ora solare più ansia e mal di testa, meno sonno e voglia di sesso

E’ colpa di Sad. Il rimedio essere social

Alba in autunno
Alba in autunno

La luce è un biotropo, un agente esterno che influenza, attraverso l’occhio, la fisiologia del nostro organismo e la biochimica cellulare, modificando la liberazione di ormoni (cortisolo, adrenalina, ossitocina) e di mediatori chimici come la serotonina. La riduzione della luce in autunno e inverno produce, in alcune persone predisposte, depressione e cefalea. Alla nota influenza si aggiunge il Sad  (sad in inglese è triste), espressione di Seasonal affective disorder. Questa è la conclusione del recente studio “In bottle”. Su un campione di 2.300 italiani, tra i 20 e i 55 anni, monitorati online su social e community digitali, il 52% lamenta ansia e malumore, timore di perdere il senso del tempo (38%) e non riuscire a fare tutto (22%). Il 24% dorme poco e male, il 18% diventa apatico, il 19% mangia di più e il 9% ha un calo del desiderio sessuale.

Il rimedio esiste, è molto semplice e non dobbiamo andare in farmacia. E’ la vita sociale, essere social reali e non virtuali. Andiamo al cinema, a cena, prendiamo un aperitivo in buona compagnia e alimentiamoci con cibi sani favorendo frutta e verdura a Km zero. E’ utile per combattere il malumore l’approccio cromatico, scegliere vestiti più colorati o accessori, sciarpe, cravatte, borse che spezzano il grigio e il nero degli abiti autunnali e invernali. Non dobbiamo trascurare l’esercizio fisico; iscriviamoci in palestra, idratiamo le cellule cerebrali bevendo più acqua, evitiamo le bibite che non contengono solo gas ma zuccheri, sodio e chissà che cos’altro. L’ora solare porta in autunno un precoce buio pomeridiano ma consoliamoci pensando al risveglio con i raggi del sole; socializzazione reale, alimentazione leggera, attività motoria ed ecco svegliare il desiderio sessuale.

Tutti gli stati europei hanno messo indietro di un’ora le lancette dell’orologio per adeguarsi all’ora legale, tranne la transcontinentale Turchia che quest’anno ha mantenuto l’orario estivo per uniformarsi a quello della Mecca. Voi vedere che Erdogan ha letto In a Bottle e ha preferito alleviare così i disagi del suo popolo già provato dalle recenti “purghe politiche”.

Fonte: Studio In a Bottle (www.inabottle.it) condotto con metodologia WOA (Web Opinion Analysis)

Articolo 59/2016  – Pubblicato 1 novembre 2016 su  Il Corriere Nazionale -Rubrica NOI E LA SALUTE 

 

A Tecnopolis farmaci innovativi e tecnologie avanzate nella cura delle malattie vascolari

Di Riccardo Guglielmi

congresso Ciccone

Convegno regionale della sezione Appulo-lucana della Società italiana di angiologia e patologia vascolare presso il parco scientifico di Tecnopolis a Valenzano, Bari. I lavori iniziano  il 28 ottobre alle ore 9 con il saluto delle autorità e proseguiranno per tutta la giornata sino alle ore 18.30; sabato 29 appuntamento dalle ore 9 alle 13.Obiettivo presentare ai partecipanti le nuove proposte farmacologiche, le indagini diagnostiche e le procedure interventiste per il trattamento delle malattie vascolari.

Presidenti del congresso sono Marco Ciccone, direttore della scuola di specializzazione in Malattie cardiovascolari dell’Università di Bari e Tommaso Langialonga, primario cardiologo ad Acquaviva delle Fonti, responsabili scientifici Giuseppe Galgano e Aldo Galeandro.

Gli esperti discuteranno sulle nuove proposte terapeutiche e sulle moderne indagini diagnostiche per il trattamento delle patologie arteriose e venose del circolo periferico. «Particolare rilievo – riferisce Marco Ciccone – sarà dato al trattamento del tromboembolismo con l’uso dei nuovi farmaci anticoagulanti che garantiscono ai pazienti una maggiore qualità di vita per minori controlli e disagi». Le tecniche emodinamiche interventiste sempre più in uso sottraggono al chirurgo molte patologie vascolari garantendo minori rischi legati all’anestesia generale e minori giornate di degenza ospedaliera con rilevante risparmio della spesa sanitaria.

L’evento ha valore formativo per medici di famiglia e specialisti.

Articolo 58 pubblicato il 27 ottobre 2016

http://www.corrierenazionale.net/index.php/41-noi-e-la-salute/559-a-tecnopolis-farmaci-innovativi-e-tecnologie-avanzate-nella-cura-delle-malattie-vascolari