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Gli operatori sanitari possono essere portatori sani

Tamponi e mascherine. Ancora vano l’appello dei medici

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Emergenza Covid 19 – È già passata una settimana dall’appello del dott. Franco Lavalle, Segretario regionale dell’Ussmo, il sindacato dei medici ospedalieri, rivolto a sensibilizzare gli amministratori regionali a sottoporre a test diagnostico gli operatori della sanità regionale impegnati sul campo nella battaglia contro Covid 19. A nulla sono valsi, a tutt’oggi, gli esposti dell’On. Francesco Paolo Sisto a tutte le Procure della Puglia. Aumentano le testimonianze dei medici e gli appelli del Presidente della FNOMCEO, la Federazione degli Ordini, Filippo Anelli, che sottolineano l’inadeguatezza del modello ospedalocentrico per far fronte a questa pandemia visto il gran numero di medici e infermieri contagiati; secondo gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità sono circa 65mila. Si allunga di ora in ora la lista dei medici morti per il Covid-19 dal Nord al Sud Italia, siamo a 60 decessi. Il virus non fa sconti a nessuno e non fa differenza tra operatori sanitari di una struttura pubblica o di una accreditata. È giusto informare che le strutture accreditate, malgrado la disinformazione per una in particolare, hanno attivato percorsi Covid e garantiscono assistenza e cure per le persone colpite da tutte le patologie che continuano ad esistere e a far danni sulle persone. Il compito principale di tutti  gli operatori sanitari è curare le persone. Se questi si ammalano tutta l’assistenza va in crisi. Da settimane i medici chiediamo di poter lavorare in sicurezza, dispositivi individuali di sicurezza, Dpi e tamponi. Sempre più importante nella lotta alla diffusione del contagio è la ricerca dei portatori sani, cioè persone con il virus nel corpo ma senza sintomi eclatanti. Ognuno di loro veicola con le goccioline di Flugge,( microogocce di saliva  nel vapore acqueo) una carica virale che infetta chi è vicino. Un medico o un infermiere portatore sano diventano ordigni innescati da ogni atto respiratorio. L’esplosione lancia nell’aria proiettili, in questo caso coronavirus, destinati a infettare le persone circostanti. I media ci mostrano i volti degli operatori sanitari sfiniti, con i segni delle mascherine sul volto, accasciati sui tavoli dopo estenuanti ore di lavoro. Lavorare in terapia intensiva significa fare aerosol di aria infetta e sono tanti i medici di medicina generale caduti nell’adempimento del proprio dovere. Non dimentichiamo i farmacisti che con il loro esempio stanno diventando un punto di riferimento fondamentale sul territorio per la popolazione.  È nostro dovere tutelare e difendere queste donne e questi uomini che non vengono meno al giuramento di Ippocrate e che alla richiesta di volontari da inviare a combattere in 8000 hanno risposto ”Presente”. È interesse della collettività difenderli e non essere sorda alle loro giuste richieste. Il lavoro del medico è indispensabile e insostituibile ma questo non è ancora capito dai politici. Un medico può fare l’amministratore, ma un amministratore  non potrà mai fare il medico o l’infermiere. Quando non ci saranno più rianimatori chi intuberà gli ammalati gravi che necessitano di respirazione meccanica.

Dobbiamo intervenire al più presto nelle regioni, come la Puglia dove il contagio non ha raggiunto i numeri del Nord. Una volta tanto la politica dia ascolto al medico. I pugliesi stanno facendo la loro parte restando a casa, e con il loro comportamento aiutano sé stessi e quelli che potrebbero curarli. Questa guerra si vince uniti e insieme. Amministratori  mettente la parte la burocrazia, non lesinate nella fornitura di Dpi, date gli ordini e i mezzi per sottoporre al più presto tutti gli operatori sanitari sul campo al tampone rino faringeo, unico test diagnostico certificato a tutt’oggi, per l’identificazione della carica virale di Covid 19.

Alleghiamo il testo della lella lettera inviata ai nostri amministratori dal dott. Franco Lavalle, Segretario regionale Ussmo.

“Dottor Michele Emiliano
Presidente Regione Puglia

Dr Vito Montanaro
Direttore Dip. Promozione Salute

Direttori Generali
ASL – Az. O.U. – IRCCS – Strutture San.

LORO S E D E

Oggetto: Richiesta esecuzione Tamponi diagnostici Covid 19 a Medici e Personale Sanitario attivo.

La particolare contagiosità del Corona virus, l’esperienza dell’infezione in Cina, la iniziale diffusione misconosciuta in Italia, la drammaticità della situazione in Lombardia e nelle altre Regioni del Nord Italia, l’alto numero di personale sanitario infettato, la immissione in servizio di specializzandi e giovani laureati in medicina, l’avanzare dell’Epidemia di Covid 19 in tutto il Paese e nelle altre Nazioni, impongono una adeguata e corretta salvaguardia dei Medici e degli Operatori sanitari che rappresentano il primo e fondamentale baluardo a difesa della Popolazione dalla Malattia.

L’attività di tutti i Sanitari che ha vissuto i momenti di graduale diffusione ed utilizzo dei DPI, i grandi numeri del contagio tra gli Operatoti Sanitari ed il conseguente loro sacrificio pagato anche con la morte, inducono USSMO – Universo Sanità Sindacato Medici Ospedalieri – a chiedere che vengano eseguiti i tamponi diagnostici a tutti gli Operatori Sanitari, Medici, Infermieri e Tecnici dei Servizi di diagnosi, che operano con incessante abnegazione per curare quanti sono affetti dalla Patologia.

Come è stato più volte sottolineato anche da autorevoli esponenti del mondo accademico, istituzionale e sanitario, gli Operatori Sanitari contagiati e non immediatamente diagnosticati, non possono che diffondere, inconsapevolmente, l’infezione fra le altre persone, contribuendo così, in maniera importante, a far aumentare il numero della Popolazione contagiata dalla Malattia.

Per questo motivo chiediamo con forza che vengano eseguiti i tamponi diagnostici per il Covid 19, a tutti i Medici e gli Operatori Sanitari in servizio attivo, iniziando da coloro i quali sono più esposti (Emergenza e 118, PS, Reparti Covid, Malattie infettive, Servizi diagnostici) e proseguendo con tutti i lavoratori della Sanità, compresi i Medici di Medicina Generale.

Ci auguriamo che questa nostra richiesta venga immediatamente recepita atteso che è il modo corretto per evitare la diffusione dell’infezione da parte dei Medici e degli Operatori Sanitari tutti.

Medici e personale sanitario ai quali, sottolineiamo, dovrebbero già essere stati consegnati gli indispensabili e adeguati DPI.

Bari, 20 marzo 2020

Firmato: Franco Lavalle”

redazione@corrierenazionale.net

Bari 29.03.2020

17 articolo https://www.corrierenazionale.net/2020/03/29/gli-operatori-sanitari-possono-essere-portatori-sani/

 

Emergenza Covid 19. Medici e infermieri i più contagiati

Mascherine, tamponi. Nord in ginocchio   

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Lombardia in ginocchio, alto numero di contagiati e ammalati, basso quello dei guariti, ad oggi 15 medici deceduti. I valori, già superiori a quelli cinesi, sono i componenti della fotografia “Emergenza italiana Covid-19”. Non è foto statica ma “live” in continuo movimento.  È una lotta contro un nemico spietato e invisibile che è proteso nel suo specifico “work in progress” distruttivo.  L’impreparazione di fronte alla malattia sconosciuta, la carenza di medici e infermieri secondaria al numero chiuso agli accessi alla facoltà di medicina e alle scuole di specializzazione, la chiusura degli ospedali, il blocco delle assunzioni, la mortificazione rivolta alla Sanità militare che in questi anni ha visto chiudere ospedali e ridurre organici e mezzi, lo spreco associato a clientelismo truffaldino, sono gli elementi esplosivi che, nel laboratorio alchemico della politica, finanza, burocrazia e pseudo legalità, hanno generato la tempesta perfetta che mette a dura prova i Sistemi sanitari di tutta l’Europa. Mancano i Dispositivi di protezione individuale Dpi, mascherine chirurgiche e con dispositivi filtranti. Lo scarso approvvigionamento dei Dpi sta spingendo i sindacati a diffidare le aziende e minacciare azioni legali. A Bari l’Onorevole Francesco Paolo Sisto e il Dott. Franco Lavalle, segretario regionale dell’U.S.S.M.O (Universo Sanità Sindacato Medici Ospedalieri), hanno presentato esposti a tutte le Procure della Repubblica pugliesi per denunciare la carenza di Dpi. La prima linea degli operatori sanitari sta cedendo, vista l’alta percentuale dei contagi, 8,3% secondo la fondazione Gimbe.

Altra problematica sono i controlli con tamponi. Sensibilità e specificità sono a carico del tampone rino-faringeo, basato sull’identificazione dell’RNA virale. L’inconveniente è il tempo di attesa del responso, 6-8 ore. Non è da sottovalutare il test rapido, una goccia di sangue dal dito come per il controllo della glicemia, per ricercare le IgM e le IgG, anticorpi contro il Covid 19. Nel caso di positività controllo di sicurezza con tampone rino faringeo. Procedura attualmente corretta quella in corso in molte Aziende Sanitarie del Centro Sud di estendere il test con tampone agli “stretti contati” cioè al personale sanitario asintomatico che abbia avuto contatti diretti con pazienti affetti da Covid-19 e, dunque, più esposto al rischio. Questa raccomandazione, reclamata dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) e dai sindacati dei camici bianchi è arrivata dal Comitato tecnico scientifico (Cts), organo consultivo del ministero della Salute. Ma il nemico sta avanzando  in questi teatri operativi, i segnali sono nell’aria e mai come in questo caso impreparazione e disarmo non devono essere di casa. È il momento di passare al contrattacco prima dello sfondamento della linea difensiva. La parola d’ordine è prevenzione. Il contagio si arresta rimanendo a casa. Non è il momento di pensare  alle limitazioni delle libertà individuali. In questo frangente non resta che arroccarsi nel castello e prepararsi all’assedio. Rimanere a casa è vaccinazione di massa.  Il modello coreano, test e tamponi a tutta la popolazione, controllo elettronico degli spostamenti, ha dato buoni frutti: solo 84 decessi, nessuno dei quali ha visto coinvolti medici e infermieri. Le pochissime unità di biologia molecolare nei nostri ospedali non possono sopportare una simile mole di lavoro. Dobbiamo allestirne di nuove al più presto. Estendere i test, dagli stretti contatti a tutto il personale sanitario, agli ingressi per tutte le altre patologie è una misura che deve essere attuata; ciò limiterebbe il contagio nelle strutture ospedaliere. In caso di positività, questi pazienti potrebbero essere ricoverati in unità Covid dedicate. Tamponi anche alla dimissione per scongiurare  contagio sul territorio. Questo è fare prevenzione primaria. In previsione del peggio, devono essere aumentati i posti letto per cure intensive e sub intensive. Gli italiani si aspettano dagli amministratori investimenti seri e non briciole inefficaci.

Non è il momento della polemica, ma della solidarietà e dell’amore per il prossimo. Tuttavia le giuste riflessioni non devono essere sottaciute. Quelle teste saccenti che sino a ieri gridavano alla malasanità, con lo scandalismo gratuito della notizia o peggio con lo sciacallaggio di accedere al bancomat dell’errore medico, quei violenti e facinorosi che assalivano i Pronto soccorso, le corsie e gli ambulatori, forti di un legalismo stupido e inopportuno, oggi chiamano eroi medici e infermieri, li paragonano ai pompieri di New York dell’11 settembre, li incensano solo perché sanno bene che senza di loro sono destinati a morte sicura. Nelle preghiere del Papa hanno trovato posto tutti gli operatori della sanità italiana. I media finalmente parlano di buona medicina. I medici anche in pensione, al grido di appello, all’adunata, stanno rispondendo “Presente”. Non si tirano indietro e specialmente al Nord sono tutti in prima linea sotto il fuoco di un nemico invisibile e atroce. Non sono volontari di missioni suicide, non sono stupidi. Hanno messo fuori della porta i loro pensieri e lasciato gli affetti a casa, per lavorare con tenacia e ardore. A noi l’obbligo morale di non mandarli al fronte con armi inefficaci o con gli “stivali di cartone”.

https://www.corrierenazionale.net/2020/03/20/emergenza-covid-19-medici-e-infermieri-i-piu-contagiati/